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CONSTANZA. Bastami che m'amiate per l'avvenire, quanto m'amavate prima, o che m'amiate a par di quello, che v'amo io: che mi fará subito dismenticare de' disaggi della passata servitude. PARDO. Moglie, mi sento venire meno per l'allegrezza. CONSTANZA. Ed io non posso tener le lacrime. PARDO. Vo' che abbiate un'altra allegrezza, che veggiate Cleria vostra figlia.

GUGLIELMO. Eh, fratello, ho patito tanti disaggi che volendoli raccontare mi moverei a compassione; ma perché son qua salvo, son pronto e volontaroso adoprarmi ne' vostri servizi piú che mai. PANDOLFO. Ed io prontissimo ubbidir a tutto quello che mi viene commandato da voi. Ma dove è Eugenio mio figliolo? GUGLIELMO. Sará qui fra poco, ché l'ho inviato a chiamare. Eccolo che viene.

Se la fortuna mi favorisse in farmi trovar Pardo, il mio marito, e Attilio, il mio figlio, vivi, le perdonarei la servitú di vent'anni e la perdita di Cleria mia figlia; mi faria dimenticar de tutti i passati disaggi; io arei che piú desiderar in questa vita. Ma veggio un giovane venir costá; dimanderò di lui.

TEODOSIO. Ah Sennia, come non mi raffiguri tu ancora? o forse lo strano abito in che mi vedi o i disaggi sufferti m'hanno talmente mutato il sembiante che non mi riconosci? Poiché sei mia moglie, deh lascia che t'abbracci! EUGENIO. O madre, ho pur visto chi m'ha generato. TEODOSIO. Voi vi discostate da me, voi mi schivate, dubitate forse che non mentisca?

ATTILIO. Molte cose mi vanno per la fantasia, ma una sola riuscibile: partirmi e andar disperso per il mondo. EROTICO. Dove anderete? ATTILIO. Dove non è via, dove non sono genti, al sole, alla neve, alle tempeste. EROTICO. Chi vi fará compagnia? ATTILIO. Sdegni, confusioni, spaventi, dolori, gemiti, suspiri e disperati pensieri. EROTICO. Che commoditá portarete per i disaggi de' camini?

PANURGO. Seguane quel che si voglia, vo' piú tosto che tu ti penti d'averme usato impietá, ch'io di non aver fatto il mio debito. GERASTO. I padroni, se ben patiscono spese, carceri, esili, disaggi, sempre la scappano alfine; i servi pagano sempre. PANURGO. Quanto piú viverò libero e con men travagli, tanto io morrò piú sodisfatto.