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Aggiornato: 22 giugno 2025
Veduto dunque quali siano le materie che appresso varie nazioni hanno la prerogativa d'esser usate per moneta, parmi conveniente passare alla definizione della moneta stessa.
Ciò era grazioso, dapprima, rendendola quasi più fragile nel mio concetto; poi, divenne meno grazioso; e infine non fu grazioso per niente, quando l'anemia e la malaria furono usate da Lidia ad ogni scopo, e presero vita e consistenza di spettri che passavano instancabili ne' suoi discorsi e parevano essersi collocati stabilmente a guardia della sua alcova.
E quando si trovassero simili monete esser cosí usate in qualche paese, e che si volessero tassare in ragion di lire 6 imperiali l'oncia del fino che in esse fosse, venirebbono tassate esser di giusto valore, secondo la real tassa, di soldi cinque l'una e senza rotto alcuno; e tal valore cosí sarebbe casualmente, e non altrimenti.
Era questa, parmi, la parte vostra. Gridare ad uomini che agonizzano ingiustamente sotto il coltello del boja: «non usate il coltello che vi vien tra le mani» è tutt'uno col gridare a chi muore in una atmosfera appestata: corra regolare il sangue nelle vostre vene; guarite: è lo stesso errore che quello dei valentuomini i quali aspettano per iniziare l'instituzione repubblicana, che i nati e educati sotto il dispotismo monarchico, abbiano virtù di repubblicani.
Un giorno ne farò le mie vendette. Ma perché usate meco sí piacevoli parole? devete aver bisogno di me. Tutta la notte v'ho inteso suspirare, non so se da amore o da umore. Ditemi, che avete? PIRINO. All'infermo dá piú noia l'aver a raccontare a ciascun la sua infirmitá, che l'istessa febre. Se lo sai meglio di me, perché farmelo dire?
Che vuol dir ciò? chiese ella, entrando con piglio tragico nello studio del conte Gino. Perchè queste scenate, che non si usano più, che non si sono usate mai, nella buona societ
La codardia delle frasi diplomatiche usate dal Ministero andando a Roma dopo Sedan, la lettera umile ed umiliante di Vittorio Emanuele al papa, che rigettava sulla rivoluzione la conquista di Roma, diedero ragione al Vaticano. Il suo nemico aveva coscienza della propria debolezza; temere d'essere vinto è sempre stata la meta di ogni sconfitta.
Dirò qui, di passaggio, che le lampade o fornelli a petrolio usate convenientemente, si mostrarono assai comode; per ottenere temperature più alte ricorremmo a lampade a gaz di petrolio con aria compressa, oppure a lampade a benzina o gazogeno sul tipo della lampada svedese da gazista; una lampada a serbatoio di benzina ed a tubo circondato d'amianto della casa Muencke di Berlino, in capo a pochi giorni si guastò e funzionò irregolarmente.
DON IGNAZIO. Eufranone carissimo, Dio vi dia ogni bene! EUFRANONE. Questa speranza ho in lui. DON IGNAZIO. Come state? EUFRANONE. Non posso star bene essendo cosí povero come sono. DON IGNAZIO. Servitivi della mia robba, ché è il maggior servigio che far mi possiate. Copritevi. EUFRANONE. È mio debito star cosí. DON IGNAZIO. Usate meco troppe cerimonie. EUFRANONE. Perché mi sète signore.
Le grandi formole usate nelle cose piccole non servono che a far sentire tal piccolezza.
Parola Del Giorno
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