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Aggiornato: 9 giugno 2025


Uguccione della Fagiuola non era contento, e tentò, ma invano, d'eccitarmi a non abbandonare gli amici e la partita, rinnovandomi il suo panegirico del vino, e dicendomi che il soldato non deve mancare di coraggio per una battaglia perduta.

All'incontro, i tedeschi d'Arrigo VII rimasero in Italia dopo la morte di lui; ed accresciuti di nuovi lor compatrioti ed altri venturieri, e riuniti in compagnie non grosse per anche sotto a' lor contestabili, servirono a parecchi de' tirannucci da noi nomati, Uguccione della Faggiola, Castruccio, Can grande, e principalmente il gran Matteo e Galeazzo Visconti.

Uguccione della Fagiuola, che era stato il primo a trascinarmi all'osteria e a mettermi in mano le carte, era il primo anche a denigrarmi ed a pungermi colla sua lingua di vipera.

Questo Ghibellino arrabbiato aveva in parte ragione, perchè due giorni dopo tal dialogo giungeva al villaggio mio zio, e l'arrivo del canonico riconducendomi a visitare il parroco mi gettava nuovamente nelle braccia dei Guelfi, capitanati dall'arcivescovo Giovanni. Uguccione sghignazzava co' suoi amici sulla mia apostasia.... egli aveva perduto il suo pollo.

Ugolino Gonzaga, trovando quell'entusiasmo esagerato, si mordeva le labbra, e pareva quasi pentito d'aver cooperato a salvare il tiranno. Uguccione della Fagiuola, al quale nulla sfuggiva, mi accennava con due occhiacci stralunati, e con un sogghigno sardonico quel marito soddisfatto, quella moglie affettuosa e quell'amico malcontento; indicandomi in pari tempo la beata fisonomia dell'arcivescovo Giovanni, che ammirava in quegli amplessi la santit

Uguccione non si mostrava persuaso de' miei argomenti, ma non sapendo che cosa rispondere, agitava furiosamente il suo cappellaccio in segno di disapprovazione, ed essendo testardo ed organista ad un tempo, mi risuonava continuamente lo stesso motivo, con poche e cattive variazioni, fermandosi lungamente sopra una nota, come soleva fare nell'organo.

A quanto mi si raccontò, Uguccione Della Fagiuola era divenuto una iena, Lucchino Visconti un serpente a sonagli ed Ugolino Gonzaga si trovava trasformato in domatore di belve feroci, le quali avevano ridotto lo studio del dottore in una gabbia; l'organista voleva battere il tempo sulla testa del medico, e questi voleva cavar sangue per forza all'avversario.

A me, caro Tobia, basta una sola lezione, la perdita d'un solo orologio, una sola notte funesta!... Uguccione, vedendo impossibile il convertirmi, si metteva a ridere con quella bocca sperticata, spalancando le sue labbra da Cafro con strani sberleffi, ed accusandomi di subire le malvagie influenze del clero.

In quel momento, dimenticando ogni altra cosa, non vidi che il tiranno della mia tragedia divenuto affatto ridicolo, n'ebbi dispetto, e girando sui talloni gli voltai la schiena. Animo, alla decisione, disse Uguccione.

Uguccione coll'organo della chiesa scorticava le orecchie ai divoti, e coll'organo della sua voce cavava la pelle ai galantuomini. Esso rappresentava a perfezione la maldicenza con tutte le sue voci discordi ed abbominevoli. Invece il campanaro, venuto a cognizione del mio matrimonio, raddoppiò le sue riverenze, coll'intenzione di raddoppiare il suono dei sacri bronzi, il giorno delle nozze, a gloria ed onore degli sposi.... e della mancia che si aspettava in ricompensa del frastuono col quale assordava il paese. Esso era l'avidit

Parola Del Giorno

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