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Aggiornato: 16 giugno 2025


SULPIZIA. Che legge è questa d'aver fondato l'onore nelle azioni di noi povere donnicciuole? dove gli uomini, per essere piú savi e di maggior forza per fare resistenza a' loro appetiti, si sfogano le loro amorose passioni, si procacciano sempre nuovi trastulli con diverse donne, commettendo adultèri e stupri a lor modo; e se di noi meschine s'avveggono di qualche cenno o ambasciata, subito: Scanna, uccidi, ammazza; spade, pugnali, coltelli!

Base al tuo seggio alta e perenne il nostro sepolcro avrai. Perché piú indugi? or questo mio capo prendi; al tuo furore il debbo. SENECA Se perder vuoi seggio ad un tempo e vita, Neron, sicuro è il mezzo; Ottavia uccidi. NER. Vendetta avronne ad ogni costo. OTTAV. Ah! mille morti vogl'io, non ch'una, anzi che danno lieve arrecare al signor mio. TIGEL. Ma il tempo piú stringe ognora.

Io trar di nuovo, e a piú furore, io posso la giá commossa plebe; appien svelarle io posso i nostri empj maneggi: io, trarti, piú che nol credi, ad ultimo periglio. Io di Neron fui consigliero; e m'ebbi vestito il core dell'acciar suo stesso. Tua rabbia, sbramala in me; securo il puoi: ma trema, se Ottavia uccidi: io te l'annunzio; tutto sovra il tuo capo tornerá il suo sangue.

La misericordia di Dio è stanca, è impotente a redimerti, t'abbandona, ti condanna. E tu, popolo di Dio, uccidi, sbrana, dissipa i suoi nemici.

Rispose: Chi col Sol fece la Luna tolse contra mie Forze lor difese. Sciocco qual sei! è quel Foco disse Amore ch'or Angiol or Demonio appare, come temprar sannosi altrui sotto mia Stella. Tu Imperatrice ai corpi sei, ma un cuore benché sospendi, non uccidi, e un nome sol d'alta Fama tienti un Bagattella. Venere. Ma che miracolo è questo ch'ora veggio, Triperuno mio? TRIPERUNO. Dove?

Come ti bestemmio, o Dio! Non ti credo nei cieli! Sei in terra e Sei l'amore! Sii maledetto, o amore! . Perchè non mi uccidi? O sole, come ti amo sui picchi delle montagne selvagge! Come mi sentii felice nei deserti della Natura! come libero! come poeta!

E taci. Non piú sfoghi amari e inutili! Vieni! Uno due tre quattro cinque... Tutti manigoldi! Tutti assassini! Aùuu! Suora Marta, io sono muta! Oh! che festa! che tempesta! Non vuoi col brando uccidermi, e coi detti Mi uccidi, intanto? Chi di noi è la piú bella? Io! Io! Io! Andiamo nell'altra sala a chiassare! E sar

Uccidi! Uccidi! Costanza. L’amore. Ella ha risposto a voce bassa vibrando il colpo nel petto dell’uomo e lasciandovi il ferro. Balza indietro perdutamente, e lo guarda barcollare. Gherardo Ismera. Amico, fratello, tu mi vedi. Egli trattiene lo spirito nella ferita con uno sforzo sovrumano. La notte dei cipressi è sopra la sua fine.

Che minuto di paradiso per un padre! per uno sposo! Bonello! Bonello! vieni e uccidila sotto i miei occhi, e uccidi me! supplicava il cavaliero, più che pazzo, andando incontro a un invisibile supplizio, e, più che indemoniato, retrocedendo, fuggendo, tentando divincolarsi disperatamente e ruggendo contro i lividi dirupi e per le selve desolate: Imilda! Imilda! e più supplicava: Venite! O Bonello! o Dio! o il dimenio!.. Datemi la mia donna! e dieci volte lasciò la bimba sugli scheggioni, e, come uno spettro, piombò di spaccatura in spaccatura al torrente, ma invano, sdrucciolando sui fianchi gelati dei massi e cadendo a precipizio: e di l

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