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Aggiornato: 11 giugno 2025
La tassa rimase fissa per gli anni che seguirono, e l’ottocento, sotto questo punto di vista, ereditò dal settecento un introito sicuro di quasi tremila onze all’anno.
Io faccio una... cortesia a voi: voi fate una cortesia a me. Compris? No? Adesso vi spiego l'affare; sedete. Giacomo restò in piedi, sempre guardando, con tanto d'occhi, monsieur Richard. L'affare era semplicissimo. Un forte capitalista, il signor Facchinetti, era contentissimo di scontargli una cambiale per due, tremila franchi: in un altro momento anche cinque! anche dieci!
Suo padre e io siamo fratelli, di patria genovesi, della famiglia di Fregosi, che per negozi appertinenti a Stato, quando si fe' l'aggregazion di nobili in Genova, fummo sbanditi. Mio fratello con taglia di tremila ducati se ne fuggí; e son quindici anni che non se ne intese piú novella se sia vivo o morto.
E quando, un giorno, non per divertirsi, ma per suo figlio, per amore di suo figlio, che aveva commesso uno sproposito, lui, padre, voleva spendere anche tremila lire per rimediare, per pagare, credeva di poterlo fare, di avere il diritto di farlo, e di non essere, per questo, nè un vizioso, nè un ladro, nè un'imbecille.
Tre... tremila lire... Dopo... dopodomani... Finalmente lo imbroccarono: sulla porta del Campari. Cercavano di me? Cosa vogliono? domandò l'usuraio col solito modo brusco e affrettato. Mio padre disse asciutto Giacomino, indicando il signor Daniele.
Rispose Gano: Un posto oggi è vacante di cavalier di camera al re Carlo, ch'è di trecento e piú zecchin fruttante il mese; e so ben io come vi parlo. Ma v'è di mezzo non so qual brigante, senza di cui non si può guadagnarlo; certa persona incognita v'è sotto, per seimila zecchini in un borsotto. Io non n'ho che tremila e gli sacrifico, ma per gli altri tremila non ho modo.
Egli è stato vittima del generale Pallavicino, il quale, dopo avere messo sulla sua testa una taglia di tremila lire, gli scrisse che, se si fosse presentato spontaneamente, avrebbe dato a lui la taglia e lo avrebbe condannato a qualche anno di esilio.
Pill pareva diventato di sasso e guardava il morto con occhio lagrimoso. Povero Gasparino! lo si sarebbe detto un fossile di tremila anni, e nel suo freddo abbandono non si scorgeva che una tenue espressione d'ironia agli spigoli della bocca. Non era certo la creta che lo faceva ridere. Pill mangiò poco quel giorno.
Abitava in un quartiere elegante, che costava tremila lire d'affitto, ma ne subaffittava due terzi per duemila seicento lire. Il figlio del portiere, per dieci lire il mese, fingeva d'essere il suo domestico, ma non poteva indossare la livrea che in caso di qualche visita, caso del resto rarissimo, perchè il marchese passava fuori tutta la giornata. Viveva da scapolo, ma era vedovo; la marchesa, una brava figliuola, era morta dopo un anno di matrimonio e lui, bisogna dire la verit
La discesa sulla consolare e il ricongiungimento con gli amici furono loro vietati dalla presenza di ben tremila cafoni in armi, i quali, sbucati dai versanti esterni della doppia riga di monti e calativi per primi, preclusero da tergo il passaggio.
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