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Aggiornato: 8 giugno 2025


Ansante e trafelato superò la costa che sta tra il torrente e il paese, e quivi rifatto il respiro chiese del capo delle guardie del Re e mosse alla volta del suo alloggio.

Marco tornò solamente a casa tardi, ma vi tornò trafelato. Trivia rideva nel plenilunio sereno, come dice Dante, e vagheggiava il tondo disco nella poca acqua avanzata nel fondo della pila come una ricca dama si contempla, in difetto di meglio, dentro uno specchio da quattro soldi. Giannicchio menò Marco alla pila, e volgendo gli occhi in giù vide la luna.

Molte mani di patrioti si allungarono a stringere la mano dell'oratore che sudato, trafelato, non vedeva innanzi a che una gran macchia d'inchiostro e non sentiva che il filo d'aria diacciata che gli fischiava nell'orecchio.

Il suo confabulatore non si raccapezzava bene in quella foga di parole, poichè il birro discorreva, come se rispondesse a' suoi interni ragionamenti, in modo confuso e interrotto. C'è qualche cosa di nuovo! osservò l'agente. Infatti una gran folla si andava sempre più accalcando in un certo punto della piazza. Tra la folla si sbracciava, vociava un contadino tutto trafelato e senza cappello.

Un dolore immenso, profondo, senza speranza di tregua, ha pure di simiglianti allucinazioni, come la sete prolungata ha i suoi miraggi nelle arene del deserto. Spaventose allucinazioni, quando svaniscono; dolorosi miraggi, quando il pellegrino trafelato giunge al luogo dove la fata morgana gli aveva fatto scorgere il pozzo di Nachor. Fu un triste svegliarsi, quello di Guido!

Fiordaliso corse con quella baldanza che è propria de’ giovani e che a lui era accresciuta dieci cotanti dalla amorevolezza del suo signore. Ma egli era appena sulle scale, che vide giungere ansante, trafelato, mastro Benedicite; laonde, aspettatolo sul pianerottolo, rientrò con esso lui nella sala, con una curiosit

Ma n'era finalmente venuto a capo; ed arrivando a noi, ansante, trafelato, con un palmo di lingua fuori, faceva ancora una mezza dozzina di salti buffi, mugolando ed alzando le froge per mostrarci tutti i suoi denti in un riso. Terenzio Spazzòli non sarebbe più stato solo a rider così.

Nel pomeriggio del 30 luglio 18.... un uomo correva trafelato verso il parco di Montrone, presso Napoli. Aveva fiori e nastri rossi al cappello: i panni da festa: la faccia come infuocata. Domenico!... Domenico!... Uomini, donne, ragazzi lo chiamavano, sghignazzando, facendosi beffe di lui, ma egli non si fermava. È tardi!... è tardi!... aveva risposto due o tre volte a' più importuni.

Riconduciamoci adesso col pensiero a Valduria, nel giorno in cui Roberto ne era partito insieme a M.^r Black per recarsi a Milano. Maria, la quale, come sappiamo, aveva accompagnato fino alla carrozza i due viaggiatori, nel tornare a casa trovò un contadino tutto trafelato che veniva a chiamarla per parte di Gertrude Regoli.

Drollino si mise a correre disperatamente lungo il viale. Giunse al cancello, trafelato, ma in tempo per vedere a passar la carrozza... per gettare nell'interno di questa uno sguardo profondo. Dietro il cristallo alzato, si vide per un secondo una manina bianca che salutava. L'agente, che era anch'esso venuto sin , prese per quel saluto, e scappellò profondamente. Era molto lusingato, e Drollino, accanto a lui, teneva dietro collo sguardo alla carrozza, che si faceva gi

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