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Aggiornato: 2 giugno 2025
Il meriggio scottava, ma camminando a testa bassa Tina non si guardava che il ventre enorme sui fianchi dolenti: e la sua gravidanza era così inoltrata che ne sentiva a ogni momento le doglie in una agonia delirante di paura, mentre un freddo le gelava la schiena anche sotto quei raggi del sole.
No, Tina, no, Tina! proruppe levandosi in piedi per abbracciarla: come vorrai. Io cercherò un mezzo servizio, tu sarai presto rimessa, e capiter
Ma ella credeva di averlo indovinato sapendo la miseria della fanciulla; Tina non volle dirlo. L'altra seguitò colla stessa voce: C'è di l
Tina ebbe ancora un sorriso negli occhi, ma la signora Veronica si volse alla signora Adelaide: Avete un cencio per sfregare la tavola? Meglio forse stendervi sopra qualche cosa di bianco; aspettate, vado io di l
Allora la mamma si accostò, e siccome la fanciulla fece uno sforzo per sollevarsi dal cuscino ella le tese ambo le mani. Tina mia! Ecco una cosa che non va bene! seguitò la signora Veronica, scontenta della piega che stava per prendere la scena: Come fate dunque voi altre a piangere sempre, anche quando ve n'è meno bisogno?
Ma Tina aveva finalmente compreso tutto il suo carattere. Ella l'aveva venduta per debolezza di donna povera, vissuta sempre senza lavorare e atterrita dall'idea di non sapere più come andare innanzi. In fondo, non era mai stata nè donna, nè madre. Le donne vere non erano certamente così, stavano più in alto: quelle come lei e la mamma dovevano invece essere ciò che gli altri vorrebbero.
Allora, davanti a quella indifferenza, l'orgasmo le cadde: tornò a sedersi. Ma Tina si avvide che l'altra la scrutava con quegli occhi grigi, pieni di una luce fredda. Infatti il viso della fanciulla era così alterato che sarebbe stato impossibile non accorgersene: tratto tratto dal fondo delle sue pupille azzurre una fiamma dardeggiava come sotto un soffio; aveva le labbra livide e il seno le ansava. Adesso l'ombra di quei due cerchi sotto gli occhi le si allargava per le guance, confondendosi colla oscurit
Ecco la mamma, disse subito la signora Veronica. Questa lo guardava cogli occhi sgomenti; don Pietro chiese: Sta male? Al solito, rispose la signora Veronica: vuole entrare subito? E prese dal tavolo la candela. Dorme, disse la mamma. Pare, ma non lo credo, ribattè la signora Veronica. Nella camera passò anche Betta, Tina non dormiva.
Bettina aveva quasi nove anni, ma non ne mostrava che sei: la sua fronte sporgente sotto i ciuffi dei capelli, era stranamente pensierosa su quel viso di bimba. Diede a Tina il topo da tenere, e dopo una pausa, senza guardarla in viso, ricominciò: Perchè non sei venuta dopo che quell'uomo se n'è andato? Anch'io stavo male: venni pure a portarti il cioccolatino prima di andare a letto.
La mamma aveva cinto d'un braccio la vita di Tina, premendola con lenta carezza. Ti ricordi quella volta che uscimmo a far merenda fuori di porta San Gallo colle Tugnoli? Fu l'anno passato, di primavera come adesso: tu avevi ancora l'abito giallo, io stavo quasi bene. Che bella giornata! Quanto danaro avete ancora? chiese bruscamente la ragazza. Uno scudo; dopo, io non so più nulla.
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