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Aggiornato: 11 luglio 2025
Ma il generale in capo non prestò fede nè ai suoi occhi, nè a quanto gli esponeva Garibaldi; secondo il suo giudizio, quei nemici che sfilavano sulla strada di Terracina erano brigate che si disponevano ad un nuovo attacco per l'indomani; la ritirata dell'esercito borbonico era una manovra!
Sin dai tempi feudali questa regione era divisa in due parti, la Campagna propriamente detta nell'interno e la Marittima, che si spingeva lungo il mare sino a Terracina. La natura l'ha del pari distinta in due parti, in pianure e montagne. Le pianure sono tre, quella intorno alla citt
Trovavasi allora il Papa in esilio nella rocca di Gaeta, la Coblenza dell'emigrazione italiana nel 1848 e nel 1849: mentre i francesi marciavano su Roma, gli austriaci occupavano Bologna ed i napoletani si avanzavano verso Terracina. Gli spagnoli, che da molto tempo non erano più apparsi in Italia, sbarcarono a Porto d'Anzio ed occuparono tutto il paese, fino ai monti di Albano e della Sabina.
La mattina del 20 il generale in capo mandò sulla strada di Terracina qualche squadra volante di fanti e di cavalli a perseguitare il nemico; ma Garibaldi aveva gi
Oramai ho percorso tutta questa spiaggia sino ad Astura e da per tutto ho trovato avanzi di ville, di bagni, frammenti di marmi, di mosaici, fra i quali ricorderò il pavimento in mosaico, abbastanza ben conservato, che è di fronte alla torre solitaria di Astura, sulla spiaggia, presso il ponte. È impossibile figurarsi quanti e quali stupendi edifici abbiano i romani innalzato lungo questo mare. Tutta la spiaggia dalla Toscana sino a Terracina, da Terracina a Napoli, attorno al golfo, fino a Salerno, non dovè essere che un seguito di palazzi marmorei, di templi, di bagni, di palestre, una manifestazione continua della magnificenza romana; e quale fosse lo splendore di tutte queste costruzioni si può anche oggi giudicare dalle rovine che giacciono in fondo al mare. Chi avesse percorsa allora questa lunga riviera e veduti tutti questi edifici destinati al piacere, al diletto, gareggianti per importanza con le citt
Chi non ha mai attraversato le paludi Pontine per recarsi per la via Appia a Terracina e crede che siano delle putride e nauseabonde maremme, s'inganna. Vi sono, è vero, terreni paludosi e stagni in quantit
In nessun secolo si è riusciti a prosciugare le paludi pontine. Giulio Cesare ne concepì l'idea, ma morì prima di aver cominciato i lavori. Gli imperatori romani, prodighi nelle costruzioni di qualunque genere, non se ne curarono mai; ed è curioso notare che fu un re barbaro, erede e conquistatore di Roma, Teodorico il Grande, che fece ristabilire la via Appia e prosciugare una parte delle paludi pontine presso Terracina. Esistono tuttora in questa citt
Alla foce del Portatore l'agitazione delle onde alte e grigie era assai forte: la nostra barca ne risentì la violenza con un forte beccheggio, ma presto, oltrepassato un ponte levatoio, ci trovammo in uno specchio d'acqua più che tranquillo, morto, nero, stagnante. Da quello entrammo nella Linea Pia che conduce direttamente a Terracina.
In mezzo alla solitudine selvaggia del capo Circeo, sul lembo estremo dell'antico dominio papale, questa iscrizione sul pallido marmo mi affascinò con tale forza storica, come se fosse di un passato molto più remoto e come se appartenesse alla stessa epoca della lapide che, nel palazzo municipale di Terracina, eterna la memoria del prosciugamento delle paludi pontine eseguito dal gran re dei Goti, Teodorico.
Per quanto i Papi si sieno industriati fare, hanno ricavato se non poco, però sempre meno di quello, che speravano dai popoli soggetti: e quante volte vi hanno avuto ricorso adoperarono in modo da tenerseli bene edificati. L'Albergato nei commentari dei suoi tempi nota: «come la Chiesa da Terracina a Piacenza possieda bella, e magna parte d'Italia; e tuttavia tanti popoli opulentissimi, tante citt
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