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Aggiornato: 11 giugno 2025


Tra le fiamme di Dite alza veloce La vasta fronte, onde i demon frementi Compresso il pianto e l'ulular feroce, Ne l'aspro Re fermano gli occhi intenti; Ei torce il guardo folgorante, atroce, Alto quassa le tempie, empi portenti, Fulmina d'una bocca accenti orrendi, E da mille altre atri divampa incendi.

Qui, solingo, sdegnoso, abbandonato, Dormi in eccelso oblìo presso le stelle, Ferreo Titano de l’idea, ribelle Come sei nato!... Errar ti vider queste vette e queste Boscaglie, un giorno: quando a le tue nude Tempie battea lo spirto audace e rude De le tempeste; E il sangue acceso fumido ondeggiante In larghe ondate al cerebro fluiva, Pòlline sacro a fecondar la diva Idea balzante.

L'occhio del Casalbara seguì la moglie fisso, sbarrato.... le vene delle tempie gli pulsavano più turgide, violette, e la parola inarticolata, strozzata, il rantolo era più affannoso, più forte. Nora si presentò al Kloss diritta, sicura, ringraziandolo con un mesto sorriso, mentre si asciugava gli occhi, mentre si accomodava la massa dei capelli che le cadevano da tutte le parti.

Di enorme, colui aveva soltanto gli orecchi, che sembravano due sotto coppe appiccicate dietro le tempie, e si movevano stranamente mentre masticava; Cardello guardandolo, si tratteneva a stento dal ridere.

Quel ch’era dritto, il trasse ver’ le tempie, e di troppa matera ch’in l

Ora, come gli tremassero le dita, e come il sangue gli rifluisse veloce dal cuore alle tempie, sel pensi ognuno che abbia ricevuto la prima lettera di una donna amata. La prima lettera d'una donna amata! E' non v'è cosa al mondo che valga questo preziosissimo dono.

Come potrei fare per aiutarti? balbettavo, smarrito, non sapendo che fare, accarezzandole i capelli su le tempie con un gesto in cui avrei voluto mettere un potere soprannaturale. Dimmi tu! Dimmi tu! Che cosa?

Visto quello sgorbio, imitato da una fotografia, riconoscono dalle due ciocche curve su le tempie, alla Napoleone terzo, chi si è voluto rappresentare; e l'amante, ridendo, prende un pezzetto di carbonella e, spinte molto in fuori le due curve, disegna l'emblema di quel che era moralmente il conte di Albornoz, marito di Currita.

Ma la testa gli ardeva; il sangue martellava alle tempie; però, come fu giunto alla strombatura di una finestra, aperse le imposte e si affacciò sul verone a respirare l’aria fredda della notte.

Le linee delle due bande in cui si spartiva la chioma meravigliosa guizzavano come fiamme ripiegate sulle tempie da un soffio misterioso, parevano i segni visibili di un intimo fuoco. Tutto il viso era meraviglioso di bellezza, di espressione profonda, di vita intensa ed ardente. Ad un fischio, Roccaforte si riscosse, nascose i fiori ed il ritratto sotto la tunica e risalì rapidamente.

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