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Aggiornato: 22 giugno 2025


Si era lagnata della cella e del cibo, aveva chiesto di poter leggere e scrivere, aveva scritto infatti uno studio sull'emigrazione svizzera pieno di cifre e di notizie statistiche. Introdotta nel gabinetto della direzione, sedette a un cenno del Ferpierre sostenendone lo sguardo indagatore e incrociando le braccia.

Il 26 agosto 1848, dopo aver vinto due volte gli austriaci, stremato di forze, scioglie la piccola legione, passa in mezzo all’esercito nemico, lo delude, entra non visto nella Svizzera, e ritorna per altre vie in Italia a combattere nuove battaglie.

Io ho veduto tale scandalo in Lombardia nel 1848 per la vicinanze della Svizzera e disgraziatamente nell'agro romano per essere il territorio regio troppo vicino. Così successe al corpo dei trecento, nelle circostanze qui raccontate.

La gente ricca va a consolar gli occhi in Isvizzera, e non sa di avere una Svizzera in casa sua, degna di esser veduta e studiata; va a rinfrescar le fonti dell’immaginazione sulle sponde leggendarie del Reno, e non sa di avere un altro Reno, anzi più d’uno a due giornate discosto, vo’ dire la Bormida, il Tanaro, e gli altri fiumi minori che hanno sorgente nei liguri Appennini.

Mercè condizione siffatta di cose, i Gabinetti stranieri riescono facilmente dominatori sulla mal connessa Confederazione. Essi mal potrebbero tentare d'atterrire o corrompere un popolo di due milioni e mezzo di repubblicani; ma possono, indirizzandosi separatamente ai piccoli Cantoni, giovandosi delle loro tendenze aristocratiche e della loro ignoranza, o accarezzando di speranze e di piccole concessioni un Cantone a danno dell'altro, conquistarsi una minoranza legalmente potente a equilibrare le tendenze della maggioranza del popolo. E quelle seduzioni alternate colla minaccia perenne e temuta a torto dalla Svizzera di ridurre a nulla quella mallevadoria di neutralit

Che spina al cuore del vecchio! I quattrini perduti erano nulla rispetto all’orgoglio umiliato; li avrebbe buttati a sacca pure di spuntarla. Pensò perfino di impiantare un servizio alla svizzera, ma non era impresa da pochi giorni.

Ed il montanaro mi guardava dubbioso e più per paura che per compassione mi gettava il pane e mi mostrava della paglia. «Dalla Svizzera passai in Spagna.

Ella ritornò la sera, portando un numero del Corsaire, nel quale si raccontava, che il dottor conte di Nubo era partito per la Svizzera e che il dottore Pinel l'aveva rimpiazzato presso della principessa di Lavandall, la di cui ragione dava segni di smarrimento funesto dopo una lettera ricevuta dalla Russia. Maud, profondamente abbattuta, gettò il giornale nel fuoco.

Quand'io era partito con Lidia per la Svizzera, a Milano si parlava molto della riconciliazione di Giorgio con sua moglie Laura; non gi

«Per quattro mesi, le note piovvero, come grandine, come locuste, come mosche sopra un cadavere, sulla povera Svizzera. Vennero da Napoli, dalla Russia, dai quattro punti cardinali; e intimavano tutte, con linguaggio più o meno acerbo d'ira e minaccia: scacciate i proscritti.

Parola Del Giorno

s'alceste

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