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Aggiornato: 26 maggio 2025
«A quest'ora le mie compagne sono in giardino; suor Anna passeggia nel viale della fontana, leggendo nel libro che non finisce mai, poveretta, per vegliare sulle sue figliuole; le Inseparabili si perdono, a braccetto, sotto i tigli; Rosa Bianca se ne sta soletta con i suoi pensieri; le Matte corrono, gridano, giocano; chi si ricorda di me come io mi ricordo di loro?»
Emilia promise di esser puntuale; sopraggiunse la badessa, e non si parlò più dell'infelice suor Agnese.
Il vecchio chinò più volte il capo in atto di sconforto, come per dire: Pur troppo! Non ha nessun parente? domandò ancora la monaca. Solo al mondo! sospirò l'infermo con accento disperato; ed i suoi poveri occhi spenti si velarono di lagrime. Quel giorno Suor Maria fu impensierita e distratta.
Trasse in disparte la badessa e le parlò per qualche minuto: ella parve star molto attenta: parlava con riflessione e cautela, e mostrava grande interesse. Dopo ch'egli ebbe finito, salutò tutti rispettosamente, e si ritirò. La badessa propose ad Emilia di andare nella camera di suor Agnese; essa vi acconsentì con qualche ripugnanza, e Bianca restò colle educande.
Per la prima volta, nella sua lunga pratica d'infermiera, suor Maria dimenticò la malata affidata alle sue cure, e la notte passò senza ch'ella ricomparisse nella corsia. La mattina di Natale, traverso l'uscio della sua cella, s'udiva uno strano rumore come il ruzzolare di carrozzelle di legno sul pavimento, ed il cinguettìo d'una voce infantile.
La tradizione racconta che egli chiuse e tenne tutta la prima notte, fra le vetrate e gli scuri di una imposta della stanza nuziale, la sposa come indegna di lui. «Sprezzò, si aggiunge, la sposa e la bastonò con modi barbari e crudeli. La povera Palmira dovette andarsi a chiudere a Suor Vincenza.
Addio, care sorelle; vo' ritirarmi in cella; sovvengavi di me nelle vostre orazioni.» Appena fu uscita, suor Francesca vedendo l'emozione di Emilia, le disse: «Non vi sorprenda. La nostra sorella ha spesso la testa alterata, sebbene io non l'abbia mai veduta in un delirio così grande come oggi, ma spero che la solitudine e l'orazione la calmeranno.
Non dissimile il caso di suor Giuseppa Teresa, quale dopo di essere stata vent’anni col ruvido saio all’Assunta a sbisoriare ufficî divini, alla medesima et
Alla porta della camera, trovarono il confessore, il quale, al loro accostarsi, alzò il capo, ed Emilia riconobbe lo stesso che aveva assistito suo padre; ma egli era astratto, e passò senza osservarla. Entrate nella cella, trovarono suor Agnese distesa sopra una stuoia; presso di lei eravi un'altra monaca.
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