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Aggiornato: 1 giugno 2025
E, perché dovea osservarsi la pragmatica di Regno contra lo prezzo corrente e che da volontá commune non era stabilito, e gli altri, che erano conforme al corrente e a la volontá commune, non doveano osservarsi? Opure la medesima potestá che tiene il re ne' suoi sudditi non tengono l'altri prencipi con li loro?
Abbandona la soglia del tempio, perchè niuno può levarsi a maestro di fedeli, non eletto dai vescovi, nè confirmato dal patrizio di Roma. E voi, sudditi di Enrico, sappiate che il giorno di Pentecoste dovete presentarvi al sovrano onde ricevere dalle sue mani un pontefice, perchè costui, giudicato dal concilio di Worms, di cui vi presento gli atti, non fu trovato tale, ma lupo rapace e tiranno.
Anche l'abuso di lasciar correr monete scarse di peso per buone produce danno al principe ed a' sudditi, facendo alzar di prezzo le buone.
Egli esercitava le funzioni apparenti di vescovo; le funzioni intime di alto commissario di polizia della provincia. Monsignore Laudisio corrispondeva poco punto col papa e col ministro del culto; quasi tutti i giorni col ministro della polizia. Egli aveva aperto, oltre a ciò, un grande ufficio di collocamento di sudditi fedeli al trono ed all'altare.
Il re, chiamato a sua volta, e accolto col grido: «venga a Parigi» potè rispondere che si sarebbe volentieri commesso, con la moglie e coi figli, alla guardia de' suoi fedelissimi sudditi.
Non si sarebbe trovato nel Regno uno, che le volesse male! I sudditi travedevano per lei. Ed ella, conscia di tanto amore, era tuttogiorno in giro senza compagnia, senza scorta, senza corteggio, senza seccature, certa di non incontrare se non reverenza ed ossequii.
Chiaro sta dunque che nemmeno nelle monete inferiori possono i principi sottrarsi molto dalla proporzione dell'intrinseca valuta per cavarne profitto per sé, senza pericolo d'addossare a sé ed a' sudditi danno non isprezzabile.
Secondo queste ragioni, pare assai chiaro non esser necessario che la moneta minuta sia battuta dal principe a quella intrinseca bontá che all'intrinseca valutazione corrisponda, purché non ne batta piú di quello che basta per l'uso del suo popolo, e piuttosto scarsamente che con eccesso; onde l'autoritá d'esso principe, che in tutte le altre monete è ristretta ne' limiti della proporzione fra l'oro e l'argento, senza la quale, invece di far guadagno per sé, ne acquista danno e per sé e per i suoi sudditi, in questa specie però di monete basse pare che abbia campo di dilatarsi, facendo valere le picciole monete, ancorché di rame schietto fossero, come se contenessero qualche porzione d'argento, e cavandone non isprezzabile profitto, giusta la quantitá de' popoli che egli regge e de' commerci ch'egli ha.
Non è però anche tanto lunga, anzi larga, in questa parte la libertá del principe; imperocché la malizia degli uomini, anche in questa parte, ne ha loro cosí ristretto il potere, che nemmeno nelle monete piú vili possono far guadagno molto considerabile, sotto pena di vederlo convertito in perdita molto maggiore, non meno propria che de' sudditi.
Che se da' suoi sovrani non sará poscia provveduto acciò non si spendano se non al giusto valore, faranno alzar di prezzo le migliori, ed i sudditi, che non conosceranno che l'accettar cosí quelle monete sia lo stesso che vender l'oglio a tanto minor prezzo, s'ingegneranno di spenderle secondo il valor abusivo a che le hanno prese, con pubblico pregiudizio.
Parola Del Giorno
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