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Aggiornato: 12 giugno 2025
La voce di don Gregorio, a questo punto, fu rotta da un singhiozzo. Piangevano tutti: Maria stringeva Lalla fra le braccia, convulsamente, coprendola di baci e di lacrime, e offrendo a Dio quello strazio del proprio cuore, purchè Iddio la ricambiasse con altrettanta felicit
E io, fuori di me, allo spettacolo di quello strazio inumano, credendo ch'ella dovesse morire, non so più che dissi, non so più che feci. Agonizzai con lei. Nel giorno seguente, lo stato dell'inferma migliorò; e poi, di giorno in giorno, andò ancora migliorando. Le forze lentissimamente tornavano. Io fui assiduo al capezzale.
Io avrei mantenute le promesse fino all'ultima, avrei compiuto il mio dovere fino allo strazio; perchè volevo altrettanto ed esigevo fino allo strazio i miei diritti. Ma dunque, se il bisogno di cambiare era assoluto, anche Lidia soffriva le torture cui ero in preda?
"Non dissi lo strazio del mio cuore; lo serbai come un segreto; e con quell'avidit
(scattando con un accento di strazio) Anche voi, Don Paolo, anche voi contro di me?! Ma è inutile! Io non mi lascio imporre da nessuno, perdinci!, e non sarò mai il complice d’una mostruosit
Nè mi fu dato, oimè, baciar le care Teste morenti e udir le voci estreme, Comporre i corpi vostri entro le bare, A voi morire insieme! Ben dei pargoli vostri e de le amate Spose lo strazio vidi E il vitupero!... Oh! in me, in me sol vibrate, Empî, i ferri omicidi! Ultimo caddi.
Oh lo strazio che deve aver torturato il cervello di quest’eroe sul letto di morte!
Si coprì il viso con le mani. Poi, dopo una pausa, con un accento indefinibile di strazio, di volutt
La sciagurata richiamandosi, in mezzo al disordine stesso della mente, le ingrate memorie, e vedendosi ricomparire innanzi la truce larva del primo marito per lei assassinato, tanto più si sgomentava, ma pure le parea fosse lo strazio presente di lunga mano superiore alla colpa. Ed era in vero un accidente degnissimo di tutto il compianto che tanta bellezza e insieme tante doti di mente e di cuore, e così abbaglianti prestigi, bastevoli a dar gloria e felicit
Nella più squisita coppa che arte di poeta lavorasse mai per quest'uso, Leopardi ne porge la più pura essenza del dolore del mondo e noi ne leviamo le labbra sospirando per una mistica ebbrezza che ne invade, che ne innamora di sè, che nei cuori giovanetti torna in idolatria vana del dolore, in concepimenti di poesia sconsolata, falsa e debole perchè artificiale ma tuttavia documento dell'occulto fascino di bellezza cui possiede il concetto più puro e più vasto del dolore, l'idea di un dolore inesplicabile, infuso al mondo dalla ignota sua Causa per modo che la stessa natura inferiore ne ha senso e lamenti e ne ha strazio di dubbi angosciosi l'intelletto umano, che senza posa ne domanda inutilmente il perchè al silenzio formidabile dell'Infinito.
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