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Aggiornato: 2 maggio 2025


Povero Squaglia!... Quasichè presentisse la morte aveva dato a tutti i compagni la sua carta di visita con l'indirizzo preciso della propria famiglia.

Entrammo in una piccola stanza; sopra due tavoloni erano stesi una ventina di Garibaldini, tutti privi di vita; tra questi lo Squaglia, sorridente come vivesse tuttora; la maggior parte mancava di qualchecosa di vestiario: gli avvoltoi della gloria, avevano, come pocof

Le traversie che ebbero a subire Rossi e Piccini, Squaglia e Baldassini per giungere in Francia, ci furono raccontate a quel desinare e meritano, credo, l'attenzione dei lettori, se non altro perché questo serva ad assicurarli del come, quando si nutrono certe idee, si affronta qualunque pericolo da quel partito che i troculenti avversarii, hanno osato qualificare per gente che non ha nulla da perdere e che si pasce solamente di trambusti perché in questi ci è da pescare nel torbido,

È inutile: il Rossi parlava come un santo, ma quella sera doveva essere baccano: si festeggiava il nostro arrivo e non poteva essere a meno!... Squaglia, Baldassini, una caterva di Livornesi ci raggiunsero, e tutti insieme rammentandoci le vaghe colline della nostra Toscana, il nostro bel cielo, il volto delle nostre ragazze, idealizzato dalla lontananza, le chiassose baldorie e le ribotte di un tempo, incominciammo a intronare quegli stornelli, che si sentono tante volte sulle labbra gentili delle nostre donne del popolo: stornelli d'amore, malinconici come il ricordo di una svanita illusione, modesti e simpatici come i fiorellini dei campi che l'hanno ispirati, poeticamente rozzi, come coloro che senza alcuna istruzione l'hanno composti.

Tristo è il regno delle tenebre, tristo quanto i pensieri del Re fuggitivo. Nei lunghi anni del fastidio della vita, avviene talvolta al decrepito di revocare alla mente il riso della perduta giovanezza, però che non vi sia secolo di affanno che non contenga il suo minuto di gioia; allora il sangue gli si squaglia, meno languide gli battono le arterie, gli si infiamma la faccia di un crepuscolo di rossore; quando all'improvviso su la bocca del sepolcro, ov'ei schifosamente si appiglia, lo assale più feroce che mai la immagine della morte, e gli gela la speranza: così lo spirito di Manfredi in quella notte memorabile, se ricorreva sopra alcune delle passate vicende per ricavarne sollievo, di subito la pienezza delle sventure presenti, il timore delle future, lo sconfortavano; a lui avevano tolto i destini anche il bene della lusinga! Procedeva in silenzio; avrebbe potuto mostrarsi lieto, narrare eziandio la dilettosa leggenda, chè su quanti uomini vivevano al mondo egli era valente a dissimulare; simile in questo alla terra del suo Regno, che innamora il risguardante co' tesori della creazione, mentre il vulcano le prepara rovina dentro le viscere; nondimeno conoscendo che a nulla poteva giovargli l'ostentarsi lieto, e che quando anche gli fosse giovato, nessuno gli avrebbe creduto, si lasciava in balía delle proprie afflizioni. I seguitanti, persuasi che se rimaneva via di salute, Manfredi l'avrebbe veduta prima di loro, che la sventura non lo prostrava, ed egli era uomo da fare tutto da , procedevano pur essi in silenzio. Senza posarsi un momento giunsero a San Pietro in Fine, terra otto miglia distante da San Germano; volevano quivi fermarsi, non parve sicuro il luogo; convennero proseguire la corsa; i cavalli sebbene stanchi giustificavano la fiducia che i cavalieri avevano riposto nella loro bont

Andammo a desinare e trovammo la trattoria, più piena del solito; si assisero al mio tavolino Rossi, Squaglia, Piccini e Stefani: eravamo tutti uggiosi: pareva quasi si divinasse che erano l'ultime ore che si ragionava con qualcuno di quelli che erano tra noi.

Conforti reciproci, incoraggiamenti non mancavano certo in quelle file che decimava la morte. I Prussiani avevano fatto delle feritoie in un muro difaccia e con tutta la sicurezza possibile miravano come se fossero al bersaglio. Nella prima mezz'ora, Squaglia ebbe una palla in bocca che poco dopo lo rese cadavere.

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