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Aggiornato: 19 giugno 2025


Riguarda bene omai com’ io vado per questo loco al vero che disiri, che poi sappi sol tener lo guado. Lo moto e la virtù d’i santi giri, come dal fabbro l’arte del martello, da’ beati motor convien che spiri; e ’l ciel cui tanti lumi fanno bello, de la mente profonda che lui volve prende l’image e fassene suggello.

Questi organi del mondo così vanno, come tu vedi omai, di grado in grado, che di prendono e di sotto fanno. Riguarda bene omai com’ io vado per questo loco al vero che disiri, che poi sappi sol tener lo guado. Lo moto e la virtù d’i santi giri, come dal fabbro l’arte del martello, da’ beati motor convien che spiri;

poi, liquefatta, in se' stessa trapela, pur che la terra che perde ombra spiri, si` che par foco fonder la candela; cosi` fui sanza lagrime e sospiri anzi 'l cantar di quei che notan sempre dietro a le note de li etterni giri; ma poi che 'ntesi ne le dolci tempre lor compatire a me, par che se detto avesser: 'Donna, perche' si` lo stempre?,

poi, liquefatta, in se' stessa trapela, pur che la terra che perde ombra spiri, si` che par foco fonder la candela; cosi` fui sanza lagrime e sospiri anzi 'l cantar di quei che notan sempre dietro a le note de li etterni giri; ma poi che 'ntesi ne le dolci tempre lor compatire a me, par che se detto avesser: 'Donna, perche' si` lo stempre?,

e l'un da l'altro come iri da iri parea reflesso, e 'l terzo parea foco che quinci e quindi igualmente si spiri. Oh quanto e` corto il dire e come fioco al mio concetto! e questo, a quel ch'i' vidi, e` tanto, che non basta a dicer 'poco'. O luce etterna che sola in te sidi, sola t'intendi, e da te intelletta e intendente te ami e arridi!

Questi organi del mondo cosi` vanno, come tu vedi omai, di grado in grado, che di su` prendono e di sotto fanno. Riguarda bene omai si` com'io vado per questo loco al vero che disiri, si` che poi sappi sol tener lo guado. Lo moto e la virtu` d'i santi giri, come dal fabbro l'arte del martello, da' beati motor convien che spiri;

poi, liquefatta, in stessa trapela, pur che la terra che perde ombra spiri, che par foco fonder la candela; così fui sanza lagrime e sospiri anzi ’l cantar di quei che notan sempre dietro a le note de li etterni giri; ma poi che ’ntesi ne le dolci tempre lor compatire a me, par che se detto avesser: ‘Donna, perché lo stempre?’,

Niun fiore può paragonarsi con te, che porti i giacinti negli occhi e i gigli nelle carni, e parli rose e spiri gelsomini e fior di naranci. ESSANDRO. Dove avete lasciati i garofoli? GERASTO. Perché son troppo palesi in questi tuoi labrucci. E se Dio volesse far un re sovra i fiori, non eleggeria altro che te, tante sono le tue bellezze. ESSANDRO. Vo' partirmi. GERASTO. Férmati un altro poco.

GIACOMINO. Cappio, accendi quella profumiera, ché spiri odore. ALTILIA. Io non voglio altro odore che quello che spira dai vostri onorati costumi e gentilissime maniere. GIACOMINO. Mangiate di questa vivanda, se vi piace. ALTILIA. A me sol piace quello ch'a voi piace. Ma voi perché non mangiate, anima mia?

Riguarda bene omai si` com'io vado per questo loco al vero che disiri, si` che poi sappi sol tener lo guado. Lo moto e la virtu` d'i santi giri, come dal fabbro l'arte del martello, da' beati motor convien che spiri; e 'l ciel cui tanti lumi fanno bello, de la mente profonda che lui volve prende l'image e fassene suggello.

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