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Aggiornato: 4 giugno 2025
Un giorno bellissimo tra que' bei giorni in quell'ora incantevole, in cui il calore comincia a scemare e una lievissima brezza spirando commove l'erba ed i fiori, il vecchio domestico se ne stava tranquillamente seduto sulla terrazza dell'ala destra, quando a un tratto si scosse, spalancò gli occhi e guardò fissamente verso un punto del viale, che con una vasta curva conduceva fino alla porta d'ingresso.
Giacomo fece un cenno alla contessina Giulia, inchinandosi sorridendo: la fanciulla rispose accettando l'invito, gli si appoggiò mollemente con una mano sulla spalla, e tutti e due, stretti insieme, sparirono, travolti come da un'onda, in quel turbine di colori e di luce, per ritornare poco dopo, Giulia al braccio del Vharè, col volto acceso, il seno palpitante, spirando dal languido atteggiamento di tutta la persona l'ebbrezza goduta in quella volata rapida e voluttuosa.
Al sessanta, profittando di que' momenti d'anarchia, con una combriccola di bricconi pari suoi, assaltato nel cuor della notte il monastero delle Benedettine, avevano violato le più giovani tra quelle infelici, e fatto un grosso bottino. Quietatesi le cose, non spirando più buon vento per lui, gli era parso giusto espatriare, ed era venuto a' Ficarazzi, dove s'era dato al commercio degli agrumi.
E però essi continuamente tenevano l'occhio sopra e' subditi loro sí come veri guardiani, spirando ne' cuori loro sancte e buone spirazioni: cioè che per loro offerivano dolci e amorosi desidèri dinanzi a me con continua orazione, con la doctrina della parola e con l'exemplo della vita.
Quì spirando per gli occhi alto ardimento Argine fassi a' Barbari furori Fernando, e sta fra mille rischi intento Con forte destra a stoccheggiar nei cori: Per lui Drausso, ed Alifar fu spento, Che ricchi di Panfilia intra Pastori Presso le gregge lor per le pendici Di Sardimiso esser solean felici.
«Quid non longa dies, quid non consumitis anni?» MART. In quelle parti, ove di poggio in valle, di valle in poggio va scherzando aprile, madonna or giace e in atto signorile sovente in l'erbe pon su' fior le spalle. Zefiro intorno baldamente válle spirando in quella faccia, in quel gentile sino d'avorio schietto, e chiama vile di Borea l'Orizia e biasmo dálle.
solvetemi, spirando, il gran digiuno che lungamente m’ha tenuto in fame, non trovandoli in terra cibo alcuno. Ben so io che, se ’n cielo altro reame la divina giustizia fa suo specchio, che ’l vostro non l’apprende con velame. Sapete come attento io m’apparecchio ad ascoltar; sapete qual è quello dubbio che m’è digiun cotanto vecchio».
Quando diritto al piè del ponte fue, levò ’l braccio alto con tutta la testa per appressarne le parole sue, che fuoro: «Or vedi la pena molesta, tu che, spirando, vai veggendo i morti: vedi s’alcuna è grande come questa. E perché tu di me novella porti, sappi ch’i’ son Bertram dal Bornio, quelli che diedi al re giovane i ma’ conforti.
se ciò non fosse, ch’a memoria m’ebbe Pier Pettinaio in sue sante orazioni, a cui di me per caritate increbbe. Ma tu chi se’, che nostre condizioni vai dimandando, e porti li occhi sciolti, sì com’ io credo, e spirando ragioni?». «Li occhi», diss’ io, «mi fieno ancor qui tolti, ma picciol tempo, ché poca è l’offesa fatta per esser con invidia vòlti.
26 Spirando il vento prospero alla poppa, monta Rinaldo, ed a Dio dice a tutti: la fune indi al viaggio il nocchier sgroppa; tanto che giunge ove nei salsi flutti il bel Tamigi amareggiando intoppa. Col gran flusso del mar quindi condutti i naviganti per camin sicuro a vela e remi insino a Londra furo.
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