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Aggiornato: 26 maggio 2025
"Ahimè!... Un profumo mi niegano i fiori "E la Musa un esametro!" Sovra il suo ciglio brillò una lagrima; Scosso era il labbro da un lieve tremito; E la spaziosa fronte Chinava Anacrëonte. Allor dei vate battè sull'omero Il sacerdote, la cerea tavola Colla destra additando, E disse sogghignando: "Pazzi e pöeti sono sinonimi!
Niun fiore può paragonarsi con te, che porti i giacinti negli occhi e i gigli nelle carni, e parli rose e spiri gelsomini e fior di naranci. ESSANDRO. Dove avete lasciati i garofoli? GERASTO. Perché son troppo palesi in questi tuoi labrucci. E se Dio volesse far un re sovra i fiori, non eleggeria altro che te, tante sono le tue bellezze. ESSANDRO. Vo' partirmi. GERASTO. Férmati un altro poco.
L’almirante rimase alquanto sovra pensiero.
Ma seguimi oramai che ’l gir mi piace; ché i Pesci guizzan su per l’orizzonta, e ’l Carro tutto sovra ’l Coro giace, e ’l balzo via l
Ciò ch'io patissi, Iddio conosce solo, La mente rivolgendo a tanti cari Del cui lungo martir non mi consolo! Il mondo mi dicea! «Se ancora impari Ad ambir le mie feste e i miei sorrisi, Sollevati saran tuoi giorni amari». Ma indarno sovra lui le ciglia affisi: Ei più non mi rendea que' dì lontani Ch'io con altre dolci alme avea divisi!
E piu` corusco e con piu` lenti passi teneva il sole il cerchio di merigge, che qua e la`, come li aspetti, fassi quando s'affisser, si` come s'affigge chi va dinanzi a gente per iscorta se trova novitate o sue vestigge, le sette donne al fin d'un'ombra smorta, qual sotto foglie verdi e rami nigri sovra suoi freddi rivi l'Alpe porta.
Vedi lo sol che 'n fronte ti riluce; vedi l'erbette, i fiori e li arbuscelli che qui la terra sol da se' produce. Mentre che vegnan lieti li occhi belli che, lagrimando, a te venir mi fenno, seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir piu` ne' mio cenno; libero, dritto e sano e` tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch'io te sovra te corono e mitrio>>.
E come l’alma dentro a vostra polve per differenti membra e conformate a diverse potenze si risolve, così l’intelligenza sua bontate multiplicata per le stelle spiega, girando sé sovra sua unitate. Virtù diversa fa diversa lega col prezïoso corpo ch’ella avviva, nel qual, sì come vita in voi, si lega. Per la natura lieta onde deriva, la virtù mista per lo corpo luce come letizia per pupilla viva.
O padri! o genitrici! il più efficace V'è dato minister sovra la terra: Da voi pende de' figli la verace Intima calma, o la perpetua guerra.
Ed egli al disparir volve le ciglia A le parti propinque, a le lontane, E scendegli nel cor gran meraviglia Sovra il pensier de l'apparenze strane; Non per tanto di men fidanza piglia Che sian state le voci altro, ch'umane, E fatto lieto a saettar s'accende, E con bramosa man l'arco riprende.
Parola Del Giorno
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