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Stettero così qualche secondo, poi Bice alzò la testa, guardando con una indefinibile espressione verso la culla vuota e biancheggiante nell'ombra come un'alba lunare; un'emozione insopportabile di amore e di abbandono, egualmente eterni, soffocava loro il respiro: ella fu quasi per cadere, quindi colla mano sinistra, sempre appoggiata al tavolo, si voltò lentamente, girandogli per sempre in un saluto tutta la propria anima.

Quante volte ella, senza ristar dalla fatica, sollevava gli occhi al cielo con un sospiro di preghiera! Quante volte, nel mezzo d'un bel sereno, udendo la mamma rammaricarsi che facesse nuvolo e ci si vedesse appena, la fanciulla soffocava lo schianto del cuore, e mentiva, dicendo ch'essa pure distingueva a fatica i minuti disegni del ricamo.

Eppure non cadde ancora l'animo dei generosi, che avevano giurato di vincere o morire, e coi polsi insanguinati dai ceppi, e col ginocchio degli oppressori sul petto, tentarono gli sforzi estremi contro la tirannide sacerdotale che li soffocava. In vari punti della citt

Sentiva il male, presagiva peggio; ma ormai spinto sul pendio del misfatto, non sapeva ritrarsene. La passione, il boa feroce dell'anima, lo stringeva sempre più veemente, e soffocava in lui l'ultimo alito di virtù.

Nora non poteva vedere le lacrime che cadevano silenziose dagli occhi del duca. Nella camera si soffocava: dopo un momento essa domandò: Vuoi che socchiuda l'uscio per lasciar passare un po' d'aria? No. Vuoi del ghiaccio? No. Ti alzerai più tardi? No. Per l'ora del pranzo? Questa volta il malato non rispose nemmeno. Allora, buona notte! esclamò Nora, dopo un momento. E se ne andò.

Poi qualche cosa le sgorgò caldo e salato sulla guancia, e le sgocciolò in gola. Qualcuno era lei? si strozzava, soffocava... poi d'un tratto nella stanza c'era un dolore, un dolore stridente, lancinante, spaventevole. Una voce d'uomo diceva: Lasci stare, lasci stare. Non serve. Guardi qui. E ancora Valeria sentì che le voltavano il capo; e poco dopo un crepitìo, come se le tagliassero i capelli.

Lo raggiunse nel momento che ei piegava il piede, se gli prostrò vicino, se gli strinse al seno, e perchè l'ansia affannata le soffocava gli accenti, accennava stessa e percoteasi il petto riguardando l'amico, quasi dicesse di voler morire con lui.

Eravamo nell'aprile del 1877. Pioveva che Dio la mandava. La pioggia torrenziale cadeva sui coppi e sulle pietre con un fracasso che soffocava ogni altro rumore. Con la pioggia era caduta una nebbia che non lasciava vedere a due passi.

Don Giorgio!... mi crede così, lei!... Crede... Non potè continuare. La commozione lungamente frenata, la fece scoppiare in singhiozzi. Provava un'amarezza che la soffocava; un doloroso pentimento. Le pareva che don Giorgio non l'amasse più e non volesse più saperne di lei... E lei s'era quasi offerta!... Che vergogna!... Egli invece la guardava piangere, con intima gioia.

Lo spettacolo di quel dolore si faceva attristante. Rosalia di Verdara aveva dimenticato il proprio interesse che si giuocava in quella partita, per darsi tutta alle cure che lo stato della sua giovane amica richiedeva. Ella sentiva che nessuno di quei pretesti reggeva, comprendeva che sarebbe bastato insistere ancora un poco, perchè Massimiliana le dicesse tutto, le svelasse il secreto che la soffocava; ma la sua lealt