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Sento, sento salir coi voli erranti D’aligere sperdute Soffi larghi, novelli e trionfanti Di forza e di salute. E non più sangue, non più sangue allaga La dolorosa terra, Non più, feroce ed inflessibil maga, Spiana il fucil la guerra; Ma tutto il mondo è patria e tutti un santo Entusiasmo avviva, E di pace solenne e mite un canto Vola di riva in riva.

Ed al proverbio: «dimmi con chi tratti e ti dirò chi seiio sostituisco; «dimmi dove soffi, o dove raschi, e ti leggerò la vita

Presemi allor la mia scorta per mano, e menommi al cespuglio che piangea per le rotture sanguinenti in vano. «O Iacopo», dicea, «da Santo Andrea, che t’è giovato di me fare schermo? che colpa ho io de la tua vita rea?». Quando ’l maestro fu sovr’ esso fermo, disse: «Chi fosti, che per tante punte soffi con sangue doloroso sermo?».

Bice rabbrividiva al suo braccio camminando a testa bassa, egli trepidante di una emozione a mano a mano più intensa non trovava più modo di riannodare il dialogo, mentre dalla notte profonda le foglie sospiravano lentamente, e per l'aria tiepida il volo invisibile delle nottole discendeva talora quasi sino alle loro teste con fuggevoli soffi irrequieti. La strada parve loro più lunga.

Qual torbido torrente allor che scende Gonfio di spume da montagna alpestra, O qual è fiamma ove più forte incende Co' soffi d'aquilon valle silvestra, Qual fulmine che nube atra scoscende, Tal rassembrava d'AMEDEO la destra; Megera il guarda e per furor trabocca Cerberea spuma da l'orribil bocca.

Benissimo, benissimo, fatemi la corte e rise un poco. Mi accettate? Si accetta sempre un corteggiatore. Poco buona, Chérie, in questo momento! Io? ella domandò, distratta, mentre egli le aveva preso le due mani e le baciava, ora l'una, ora l'altra, con piccoli baci che parevano dei soffi. Le vostre mani sono più buone delle vostre parole e si chinò per darle un bacio sulle labbra.

E intanto che la vista si deliziava della fantastica scena, canti popolari che, a seconda dei soffi più o men forti del vento, or giungevano distinti all'orecchio, ora in tuoni decrescenti andavano smorendo lontano, e suoni di sistri, di chiarine, di cimbali, che insieme confusi facevano echeggiar l'aria di un romore indistinto, ma continuo.

Si declamava di guerra, di massacri, di trionfi, di perdoni: tutta la vecchia rettorica delle scuole piena di esempi romani e cartaginesi, quella dei seminari, l'altra più recente del romanticismo si mescolavano in una eloquenza ridicola e commovente, deforme e poderosa. Nell'aria agitata da tante voci passavano a volta a volta i veri soffi della rivoluzione.

Succedette un po' di silenzio, rotto solo dal susurrìo delle grandi foglie delle palme che si accarezzavano vicendevolmente sotto i soffi del venticello notturno, poi echeggiò un altro scoppio di risa più vicino, un terzo a destra, un quarto a sinistra, poi un quinto, un sesto e in breve succedette un concerto capace di far morire di paura una donna meno coraggiosa dell'almea.

Si tirò il taub sugli occhi e riprese il cammino salendo e discendendo le colline di sabbia, curvandosi di quando in quando per resistere ai soffi del vento che talvolta minacciavano di rovesciarlo, tanto erano formidabili.