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Costei qua giú gli armonici concenti seppe cavar su dal soave moto, per levamento de l'afflitte genti. Costei, de' spirti con vigor, l'ignoto cognito fa, li quali sotto l'etra pendon ne l'aere piú dal ciel rimoto. Fisica. Logica. Metafisica. Geometria. Aritmetica. Astrologia. Musica. Magia.

Quando potei, in un momento di tregua, ripiegarmi a cacciar, quasi di furto, uno sguardo in fondo alla mia coscienza, non vi trovai più il tesoro di quella certezza soave, calda, irruente: appena le vestigia in un pugnello di cenere fredda e in un'ombra di fumo, grigia.

Questo soprannome, infine, ha un carattere soave e familiare che se contrasta con la vita di Chérie, risponde abbastanza al tipo muliebre che ella rappresenta.

Soave m'è, però che con la soavitá e caritá tua hai manifestato te a me: dolce sopra ogni dolce m'è, però che hai illuminato l'occhio de l'intellecto mio col lume della sanctissima fede.

Ed ei soave mormorando intorno Sveglia bell'aura per lo ciel sereno, Sereno , ch'a l'immortal soggiorno De' bei raggi del sol non mai vien meno; Ma chi de l'erbe, onde per tutto adorno Verdeggia il prato, narrerebbe a pieno? Vivi smeraldi, nel cui sen cosparsi Veggonsi alberi mille al cielo alzarsi.

Ma ecco che un altro suono le colpì l'orecchio: un suono dolce, staccato, regolare che pareva il lento battito d'una pendola. Quel suono le dava un senso di calma profonda e soave. Volse il capo sui guanciali e guardò. Era la culla!

Ed ecco su questo apparire Rosalia, in una candida vesticciuola lina, e mostrare di spingere lo sguardo via via per la pendice, come all'incerto lume cercasse discernere un aspettato. Delusa, rientrava; usciva ancora: sedevasi appoggiando il gomito sui balaustri del verone, e chinando la bella faccia nella mano, in una ansiosa ma soave aspettazione.

Ed era tornato, subitamente. Era a un passo, appoggiato alla finestra, l'occhio velato da soave tristezza e un incerto sorriso sulle labbra. Era a un passo; e le apparteneva come cosa sua, nel più profondo del cuore; ella sapeva il pensiero di lui, ed egli sapeva il suo pensiero; ella poteva fare di lui ciò che più le fosse piaciuto, ed egli di lei poteva disporre come d'una schiava.

Aldo si volse, esitante, non osando credere, non osando sperare. E ancora squillò quella soave chiamata infantile: Pap

Venne la Ghita. Una bella ragazza, a non guardare che la testa; capegli neri come l'ebano, occhi neri e pieni d'espressione; nobili e delicati i lineamenti, bianca la carnagione, e soave il sorriso, che prendeva lume in giusta misura dalla bont