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Aggiornato: 22 giugno 2025
L'acciecamento del Macchiavelli contro i capitani di ventura è tale che dopo aver messo in ridicolo le loro battaglie affermando che nessuno vi morisse, nega perfino l'ingegno politico dello Sforza. Ritornando nel VII Libro a Cosimo dei Medici, il quale aveva pur condotto Firenze con meno valore al medesimo punto che lo Sforza Milano, muta ancora linguaggio: attenua i mali del nuovo governo o li attribuisce a malvagit
Sforza e devasta le insenature solitarie che le vaganti piroghe ammantate di bruma visitano furtive, con fiamme sospette striscianti sull'acque d'acciaio!...
Si alza da sedere per uscire a sentir chi fosse, quando i servi, entrano nella stanza: Eccellenza, gli dicono, è giunto il marchese Palavicino, e sale adesso le scale. Il giovane Sforza, agitato da una vivissima commozione, muove allora incontro all'ospite, il quale gli si affaccia dal vestibolo.
Ferdinando fu mantenuto dalla sapienza politica dello Sforza e di Cosimo de' Medici, che non vollero introdurre un nuovo straniero in Italia; ma si deturpò peggio che mai colle vendette, e col tradimento che fece a Iacopo Piccinino, accarezzandolo, traendolo a sé, ed uccidendolo, a modo di Venezia con Carmagnola . Pochi mesi addietro era morto Cosimo de' Medici il gran cittadino di Firenze, il grande autore e conservator della pace in sua cittá e in Italia.
«Riedi alla Croce! mi dicea; sì sforza Calunnia indarno di tenerla a vile: La Croce sol gl'indegni fochi ammorza, La Croce sol fa l'uom grande e gentile, La Croce sol d
Et quanto poi al dicto Othoman va disfacendo ora questo ora quest'altro, tanto più insaciabilmente desidera, e se sforza destruger ognuno et accrescer la potentia et tirannia sua. Pertanto se convien alla Exc.
Siccome ognun sa i brutti guai che intervennero fra il giovane ed il vecchio marchese suo padre, e in che duro modo esso abbia cacciato fuor di casa il flgliuol suo, e che anche adesso lo vorrebbe morto, tanto è trasportato dall'ira, perchè sia così stretto amico dello Sforza, pensando poi che domani il giovane marchese sar
Detto questo, si licenziò dal suo Francesco Sforza, che lo volle abbracciare. Quando fu per uscire si scontrò nel Morone, che veniva dalle camere di Massimiliano e che gli disse: È qui il duca Francesco? Egli è qui difatto; siete venuto a tempo, ed io vi lascio con lui; a rivederci all'alba. E senza più altro si partì lasciando appunto il Morone col duca.
4 Veggo un'altra Genevra, pur uscita del medesmo sangue, e Iulia seco; veggo Ippolita Sforza, e la notrita Damigella rivulzia al sacro speco: veggo te, Emilia Pia, te, Margherita, ch'Angela Borgia e Graziosa hai teco. Con Ricciarda da Este ecco le belle Bianca e Diana, e l'altre lor sorelle.
LAMPRIDIO. Ringraziatene pur colui che vi creò di tal pregio che sforza ognun che vi vede a servirvi e onorarvi. OLIMPIA. Desidero non essere intesa da' vicini o da quei di casa, e sopra tutto bramo vedervi sciolto da queste catene che temo non v'offendano, ché a questo collo delicato e a questi fianchi ci convengono le braccia di chi vi ama a par dell'anima e della sua vita.
Parola Del Giorno
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