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Aggiornato: 22 maggio 2025
NARTICOFORO. Alter de duobus: aut tu vigilanter sei stolto aut tu dormiendo imbriaco. Però decet, oportet, bisogna che con una buona ferola ti ecciti dal sonno, ché questa è la pozione e l'antifarmaco degli ubbriachi. GRANCHIO. Dico il vero. NARTICOFORO. Servorum est falsitates et mendacia dicere. Tanto può esser vero questo quanto tangere caelum digito!
PRUDENZIO. Dite pur, ché ve promettemo una bona bibalia. REPETITORE. Cioè, una buona mancia. RUFINO. Orsú! Date qua la mano. Livia, questa vostra vicina..., MALFATTO. Olá! Levateve de sotto, ch'io voglio pisciare. PRUDENZIO. Non vòi stare, no, ignaro, insolente? RUFINO. ... è vostra moglie. PRUDENZIO. Oh fratello! Io te voglio essere servus servorum et osculartene le mani.
All'avvicinarsi dell'abate, Roberto gli fece grazioso saluto e lo invitò a sedere. Ugone si recò a baciare la mano della duchessa, e s'inchinò prima al duca poi ai baroni che così pomposa corte gli componevano. Indi presentò la lettera del papa. E Roberto la prese dalle mani di lui e la passò al vescovo di Bovino, il quale lesse a voce alta e sonora: « Gregorio VII, Pontefice massimo, servus servorum Dei, a Roberto Guiscardo duca di Puglia, Calabria e Sicilia salute ed apostolica benedizione, se vorr
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