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Aggiornato: 10 giugno 2025


Ma eccoti diece scudi che gli ho accoppiati col risparmio di quest'anno a tal effetto. CAPPIO. Or , che il focile arde ed il martello lavora. GIACOMINO. Rinnova l'amor con Lima, ché ci porghi il suo aiuto; ché questa mona Onesta sarebbe per corromper l'onestade. CAPPIO. Questi danari e il desiderio che ho di servirvi mi giongeranno l'ali a' piedi e mi faran correr velocissimo.

ALESSANDRO. Allor ricevo fastidio e noia, quando non mi vien comandato da voi cosa alcuna, ch'è mio debito servirvi; venghiamo al tronco. PIRINO. Non so se sapete la mia disgrazia, che Mangone ruffiano ha venduto al dottore la mia Melitea. ALESSANDRO. Non n'ho inteso cosa alcuna, ché se n'avessi saputo un cenno non averei aspettato che me l'avessi domandato.

PSEUDONIMO. Voi non potevate trovar uomo che volesse e potesse servirvi meglio di me: ho animo e rissoluzione. Fate che me si mostri quell'uomo, ché mi confido potervi condurre Altilia in casa vostra. GIACOMINO. Io non vorrei che confidaste tanto in voi stesso, perché sogliono occorrere nel fatto cose che non si pensano mai: bisogna pensar prima a quello che ne potrebbe occorrere.

Chi mi ha portato costui dinanzi? a me con beffe? sarò uomo da vendicarmene. CAPITANO de birri, FORCA, ALESSANDRO, PIRINO, PANFAGO. CAPITANO. Eccoci qui apparecchiati a servirvi. FORCA. Or ponetevi qui in agguato; e passando quel furfante, lo pigliarete e strascinatelo in prigione. PIRINO. Ecco Alessandro. La cosa va bene.

MANGONE. Avea fatto disegno, Amor mio, servirmi di te; ma poiché questo grand'uomo ti vuol comprare e so che ti fará carezze, ho stimato che sia meglio per te venderti a lui. Dimmi, lo servirai tu volentieri? MELITEA. Perché mi diceste prima che aveva a servir voi, mi era disposto servirvi con tutto l'animo.

PSEUDONIMO. Non bisogna rammentarmi i benefici, tanti prieghi tante parole, di forza che mi spingano piú degli oblighi che vi debbo. GIACOMINO. E sempre dove conoscerò servirvi, ancorché v'andasse la vita, non mancarò mai. PSEUDONIMO. Queste vostre tanto amorevoli offerte le pagherò ben io con piú efficaci operazioni.

GIACOMINO. Ma in tanti oblighi ch'io v'ho non isdegnate che vi s'accresca quest'altro, di venir a mio padre per impetrar da lui grazia ch'abbi passati e rotti i confini dell'obedienza, e dargli questa ultima sodisfazione di aver tolto moglie senza sua licenza. LIMOFORO. Faccisi quanto s'estende il mio potere in servirvi. Andiamo a vostro padre. GIACOMINO. Eccolo che vien fuori.

Ma poiché vi par meglio vendermi a questo gentiluomo, a me par ancor meglio, poiché quello che piace a voi, piace ancor a me. Le volontá de' padroni son legge de' servi: mi contento cosí ubbidirvi in ciò, come era disposto servirvi in ogni altra cosa. MANGONE. Non lo servirai molto tempo, perché ti fará libero presto.

EROTICO. Troppo gran cose stringete in breve fascio. Ma io vi resto con tanto maggior obligo, quanto meno conosco di meritarlo. PARDO. Giá stimo che Trinca mio servo e Attilio mio figliuolo v'abbino detto quanto desiderio io abbia di apparentar con voi... EROTICO. Ed il desiderio, che ho di servirvi, è cosí vivo e ardente, che non so che fare che da voi fossi creduto.

MANGONE. Mentre costoro si ricreano, noi fra tanto ragionaremo delle cose del mondo. PANFAGO. A vostro piacere. MANGONE. Ditemi, di grazia, il nome del padron vostro. PANFAGO. Il suo nome è Rastello Fallatutti di Monteladrone. MANGONE. Il vostro nome, accioché possa servirvi. PANFAGO. Rampicone di Maltivegna. MANGONE. Per quanto tempo il vostro misser Rastello Fallatutti si fermará in Napoli?

Parola Del Giorno

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