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Aggiornato: 4 giugno 2025
Ogni volta che le cronache medioevali accennano alle piene del Tevere, parlano anche di un mostruoso drago, o serpente d'acqua, che avrebbe provocato la piena, scatenando le onde sulla citt
Come! lui, un uomo come lui, forte e coraggioso come un leone, astuto come un serpente, cadere prigioniero! Tu sei pazzo! Tu vuoi spaventarmi. Ti giuro sull'Alcorano, scièk, che ho detto la verit
Taccia di Cadmo e d’Aretusa Ovidio, ché se quello in serpente e quella in fonte converte poetando, io non lo ’nvidio; ché due nature mai a fronte a fronte non trasmutò sì ch’amendue le forme a cambiar lor matera fosser pronte. Insieme si rispuosero a tai norme, che ’l serpente la coda in forca fesse, e ’l feruto ristrinse insieme l’orme.
Aveva con se la goletta, per la quale aveva fatto fare dalla governante una bandierina di seta bianca identica a quella di Nicla; ma invece del serpente aggomitolato, suo padre gli aveva dipinto in un angolo un asinello che sparava calci all'aria. Quell'asinello era stato causa di molte discussioni tra padre e figlio.
L’un poco sovra noi a star si venne, e l’altro scese in l’opposita sponda, sì che la gente in mezzo si contenne. Ben discernëa in lor la testa bionda; ma ne la faccia l’occhio si smarria, come virtù ch’a troppo si confonda. «Ambo vegnon del grembo di Maria», disse Sordello, «a guardia de la valle, per lo serpente che verr
«Poi misero fuori la cresta, e si sparsero fra il popolo coll'aria mansueta del primo serpente. E noi li vediamo, li incontriamo nelle nostre vie li accogliamo nelle nostre case li riscaldiamo nel nostro grembo e istupiditi dall'oppio, non sentiamo le nuove trafitture. Oh la bella, la grande rivoluzione!
«Che si congiuri in Roma, è cosa vecchia» esclamò il Volpe spaventato dalle tremende rivelazioni, e poi stizzito, nel vedere ed udire, che un semplice mortale ne sapesse più dello stesso Capo di polizia «ma che la contessa N.... creatura nostra, sì zelante sempre, siasi lasciata sedurre dal serpente, è ben straordinario, e duro fatica a crederlo».
Ed ecco a un ch’era da nostra proda, s’avventò un serpente che ’l trafisse l
Ben discernea in lor la testa bionda; ma ne la faccia l'occhio si smarria, come virtu` ch'a troppo si confonda. <<Ambo vegnon del grembo di Maria>>, disse Sordello, <<a guardia de la valle, per lo serpente che verra` vie via>>. Ond'io, che non sapeva per qual calle, mi volsi intorno, e stretto m'accostai, tutto gelato, a le fidate spalle.
LECCARDO.... Però non è meraviglia se mi sento cosí leggiero: non mangio cose di sostanza.... DON FLAMINIO. Volgiti qua, Leccardo. LECCARDO. O signor don Flaminio, a punto stava col pensiero a voi! DON FLAMINIO. Parla, ché la tua bocca mi può dar morte e vita. LECCARDO. Che! son serpente io che con la bocca do morte e vita? La mia bocca non dá morte se non a polli, caponi e porchette.
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