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Aggiornato: 14 giugno 2025
Però scendemmo a la destra mammella, e diece passi femmo in su lo stremo, per ben cessar la rena e la fiammella. E quando noi a lei venuti semo, poco più oltre veggio in su la rena gente seder propinqua al loco scemo. Quivi ’l maestro «Acciò che tutta piena esperïenza d’esto giron porti», mi disse, «va, e vedi la lor mena.
E quello, allora, je fece er piacere De portalli dar re, ch'era un surtano, Vestito tutto d'oro: co' 'n cimiere De penne che pareva un musurmano. E quelli allora, co' bone maniere, Dice: Sa? noi venimo da lontano, Per cui, dice, vorressimo sapere Si lei siete o nun siete americano. Che dite? fece lui, de dove semo? Semo de qui; ma come so' chiamati Sti posti, fece, noi nu' lo sapemo.
Dar cichettaro, lì, sott'ar lampione, Prima se sciroppassimo er cichetto, E dopo, annamo dritti p'er Biscione, Piazza San Carlo, traversamo Ghetto... Sotto er Moro sentimo le campane De San Francesco batte' er matutino. Pioviccicava. Nun passava un cane. Paremio 'na patuja de sordati. Arfine, ar vicoletto der Rampino, Nino se ferma È qui? Semo 'rivati.
FESSENIO. Un Lidio da Modon, tanto a te simile che pensai te esser lui. LIDIO femina. Fannio mio, uh! uh! uh! La cosa è chiara. Come è il nome tuo? FESSENIO. Fessenio, al vostro piacere. LIDIO femina. Felici semo: non c'è piú dubbio. Oh Fessenio mio caro! mio caro Fessenio! mio sei tu. FESSENIO. Che tante carezze? No, no. Per tuo mi vorresti, ah?
Ma manco la fattura, Perché, dico, ma lei mi attasti un fiore Lei mi guardi la tinta der colore E tutt'antro, ché qui nun c'è impostura. Ma, dico, bisogn'esse' 'na cratura... Lei mi scusi, si sa, parlo cór core, Perché, capisce?, un'antra più mijore De questa nu' la trova, stii sicura. Perché poi, dico, fatevi capace, Li fiori freschi dopo du' giornate Ve ce rimane er zeppo e semo pace.
Noi eravam dove più non saliva la scala sù, ed eravamo affissi, pur come nave ch’a la piaggia arriva. E io attesi un poco, s’io udissi alcuna cosa nel novo girone; poi mi volsi al maestro mio, e dissi: «Dolce mio padre, dì, quale offensione si purga qui nel giro dove semo? Se i piè si stanno, non stea tuo sermone».
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