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I suoi mustacchi lunghi e folti, sur una faccia pallida, gli meritavano la più profonda considerazione dei segretari e degli attachés di ambasciate in massa: un segreto doveva nicchiare in fra quei peli! Che vi pare? Di più, il duca di Balbek era poeta. I gesuiti gli avevano insegnato a manipolare un epigramma latino ed un acrostico greco per fino una barcarola.

Ora, due parole su i segretari della Camera. Il signor Zanardelli; di Brescia, fu, nel 1848, uno degli agitatori dell'Universit

Ho capito, rispose l'Ambasciatore; non parliamone più. Tutti i nostri volti presero un leggero color verde. Finito il pranzo, l'Ambasciatore rimase a discorrere col Gran Vizir, e noi uscimmo dalla sala. Era buio e piovigginava. Nell'altra sala, in fondo al cortile, illuminata da una torcia, desinavano, seduti sul pavimento, il nostro caid, i suoi ufficiali e i segretari del Gran Vizir.

E alle signore si univano i giovanotti, i segretari della fiera, e anch'essi facevano il chiasso e offrivano roba al Santasillia, il quale, col cappello in mano, non faceva altro che salutare e ringraziare a destra e a sinistra e si sentiva sempre più impacciato.

Lo strepito, il baccano, durarono un bel pezzo. Quando il duca, per consiglio del dottor Foresti, fu accompagnato nelle sue stanze, quando Sua Eccellenza dovette andarsene in fretta e in furia col Prefetto, con Matteo Cantasirena, coi due segretari, perchè il treno partiva, gli altri commensali passarono dall'entusiasmo per Sua Eccellenza e per l'Italia, a quello più allegro, per l'amabile, per la splendida, per la divina padrona di casa!

Tutti coloro che senza saperlo mi avevano servito di modello facevano parte del pubblico: il parroco, il medico e sua moglie, il farmacista, l'organista, il signor Nicola, e per giunta i miei colleghi del circondario, i curati delle vicine parrocchie, i cappellani, i fabbricieri, i sagrestani, i segretari comunali e i cursori.

Era ascoltato con attenzione dai ministri; andava vestito come uno zerbinotto; i segretari di legazione dimenticavano i cavalli, le prime donne e le prime ballerine, per occuparsi di lui; e lui, questo zerbinotto, questo Demostene, quest'uomo di Stato in erba, dimenticava il banco dei ministri, trascurava le cifre del bilancio, per mandare di tanto in tanto un'occhiata assassina a lei; che ci voleva di più per colpire l'animo della marchesa Clementina?

Il 15 maggio abbiamo vinto i Borboni a Calatafimi, il 21 ci siamo battuti presso Monreale e S. Martino, il 27 siamo entrati in Palermo, il 3 giugno abbiamo ricostituito il Governo con la nomina dei segretari di Stato pei varii rami della publica amministrazione. Prima di giungere a Palermo, un solo segretario di Stato era agli ordini del generale.

Licenziati allora i segretari:

Che cosa poi la Curia romana inventasse per vendere appena si crede: notariati, protonotariati, segretari, scrittori di brevi, scrittori di archivi, bollatori, porzionari di ripa, presidenti, e aggiunti al collegio dei presidenti, scudieri, cavalieri di San Pietro, cardinali, camerari; che più?