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Ecco dunque che il suo maiden speech egli l'aveva fatto, riportando, a quanto pareva, un vero successo oratorio. Diana si voltò verso Bebè che, accomodata nella sua seggiolina davanti alla tavola, era occupatissima a sovrappor l'uno all'altro alcuni cubi di legno, e mugolava al suo solito: umm, umm. Ha fatto un bel discorso il babbo, e tu non sai dire che umm, umm. Vergogna!

Sull'ora del pranzo tornato egli a casa, trovò il fagotto de' libri buttato in terra a piè della seggiolina della portinaia, che, sudicia piú meno di tutte le sue consorelle, pure non aveva voluto metter mano su di esso, per paura, diceva, d'impolverarsi, e soltanto si degnò di additarlo con un calcio allorché ne sopravvenne il padrone.

Vieni a prendermi laggiù, alle undici! Non far programmi, tu. Li farò io, poi ti dirò. Bene. Esce per la sala da pranzo. Nicoletta, Raimondo. Prende per mano RAIMONDO, lo conduce con atto di graziosa violenza al piccolo divano, ve lo fa sedere e si siede di contro a lui su una bassa seggiolina. Ed ora che siamo soli, signor colonnello esploratore, venga qua e discorriamo.

Mi avvicinai al suo letto in punta di piedi, e agguantato il bicchiere sul comodino, glie lo porsi. Bevve avidamente fino all'ultimo sorso e ricadde sul guanciale senza riconoscermi. In quel mentre entrò la donna che la custodiva. Io, non avendo più nulla che fare, uscii. Quando fui per la strada, colla mia seggiolina in braccio, mi parve che il cielo si fosse rannuvolato. Ma era sereno.

La mamma, un lunedì mi mandò a riprender la seggiolina per mettermi in un'altra scuola. Ci andai tutto allegro, perchè l'idea di mutare mi ha dato sempre un gran gusto. Entrai nella scuola, dove avevo fatto tante birichinate, dov'ero stato sgridato, gastigato tante volte. Era vuota. Il sole entrava allegramente dal finestrone spalancato e tracciava larghe striscie d'oro sull'ammattonato rosso.

Io presi la mia seggiolina e mi avviai all'uscio. A un tratto sentii come un gemito nella stanza accanto: era la voce della signora Leonarda che chiedeva da bere. O che l'hanno lasciata sola? dissi fra me. E senza stare a pensarci sopra, entrai in camera. Era sola, infatti, la povera vecchia maestra.

Ulrich era stato un bimbo infelice nella casa di una dura matrigna. Sapeva quante lagrime segrete si possono versare in una notte, come possano soffocarsi mordendo il lenzuolo; aveva conosciuto la monotonia delle lunghe ore, passate in un angolo oscuro, sopra una seggiolina, con le mani in grembo. Non aveva giocattoli e ne vedeva dappertutto e ci pensava spesso, e li desiderava tacitamente e li chiamava nel suo cuore. Chiudendo gli occhi, li rivedeva nella sua mente e li scomponeva, li ricomponeva, cercava loro una forma nova. Passando dinanzi ad una fabbrica, guardava, timido, per la porta socchiusa. Stare l

Scortati dal re, accompagnati da quelle grida e da quei salti, gli ambasciatori furono calati di seggiolina, davanti ad una casa più vasta delle altre. Col