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Aggiornato: 26 giugno 2025
che tu mi sie di tuoi prieghi cortese in Fano, si` che ben per me s'adori pur ch'i' possa purgar le gravi offese. Quindi fu' io; ma li profondi fori ond'usci` 'l sangue in sul quale io sedea, fatti mi fuoro in grembo a li Antenori, la` dov'io piu` sicuro esser credea: quel da Esti il fe' far, che m'avea in ira assai piu` la` che dritto non volea.
Lucia, nimica di ciascun crudele, si mosse, e venne al loco dov’ i’ era, che mi sedea con l’antica Rachele. Disse:
5 Grandi eran l'ale e di color diverso, e vi sedea nel mezzo un cavalliero, di ferro armato luminoso e terso; e vêr ponente avea dritto il sentiero.
Li tuoi ragionamenti sian la` corti: mentre che torni, parlero` con questa, che ne conceda i suoi omeri forti>>. Cosi` ancor su per la strema testa di quel settimo cerchio tutto solo andai, dove sedea la gente mesta.
43 Il re Agramante all'oriente avea volta la prora, e s'era spinto in alto, quando da terra una tempesta rea mosse da banda impetuoso assalto. Il nocchier ch'al governo vi sedea: Io veggo (disse alzando gli occhi ad alto) una procella apparecchiar sì grave, che contrastar non le potr
Quivi tra' fuggitivi errava altiero Con forti gridi, e con non fievol mano Atanagildo in armi aspro guerriero, E che del grande Araspe era germano; Costui sedea sul tergo a gran destriero Sauro di manto, il manco piè balzano, Ferrigno d'unghia, e come stral veloce, E fea sentirsi con terribil voce: XVIII
che tu mi sie di tuoi prieghi cortese in Fano, sì che ben per me s’adori pur ch’i’ possa purgar le gravi offese. Quindi fu’ io; ma li profondi fóri ond’ uscì ’l sangue in sul quale io sedea, fatti mi fuoro in grembo a li Antenori, l
E come fu la mia risposta udita, Sordello ed elli in dietro si raccolse come gente di subito smarrita. L'uno a Virgilio e l'altro a un si volse che sedea li`, gridando: <<Su`, Currado! vieni a veder che Dio per grazia volse>>. Poi, volto a me: <<Per quel singular grado che tu dei a colui che si` nasconde lo suo primo perche', che non li` e` guado,
51 Eran con la regina di Castiglia regine e principesse e nobil donne d'Aragon, di Granata e di Siviglia, e fin di presso all'atlantee colonne: tra quai di Stordilan sedea la figlia, che di duo drappi avea le ricche gonne, l'un d'un rosso mal tinto, e l'altro verde; ma 'l primo quasi imbianca e il color perde.
Anacrëonte, cantor dei fervidi Baci e degli inni nati fra i calici E delle porporine Rose allacciate al crine. Sedea pensoso, stringendo l'abile Stil nella destra, la intatta tavola Sulle gambe giacente Guardando avidamente. Un sacerdote dall'occhio linceo Di l
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