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Aggiornato: 10 giugno 2025


Or tu chi se’, che vuo’ sedere a scranna, per giudicar di lungi mille miglia con la veduta corta d’una spanna? Certo a colui che meco s’assottiglia, se la Scrittura sovra voi non fosse, da dubitar sarebbe a maraviglia. Oh terreni animali! oh menti grosse! La prima volont

È vero che queste donne non erano ebree, almeno la maggioranza, giacchè la scrittura le qualifica per straniere. Il soggiorno degli Ebrei in Egitto, dove i costumi erano depravatissimi, pervertì considerevolmente i loro. Mosè, questo savio legislatore, lasciò agli Israeliti per prudenza la libert

DIC. Io dirò in miglior modo che io potrò. E prima è cosa assai manifesta, che chi negasse che i demonj non fusseno, sarebbe da essere scacciato dalla Chiesa cattolica come ripugnante in molti modi alla scrittura sacra, e principalmente allo stesso Evangelio. AP. Questo senza dubbio alcuno te lo concedo come cosa verissima.

Or si de' dir che la scrittura fatta tra la pudica Marfisa e Terigi fu gran cagion d'una ciarlata matta nelle case e botteghe di Parigi. Molti stati con la faccia stupefatta, tutti cercan le cause ed i vestigi; sembra che a ognun quella faccenda tocchi, tante dispute fan, tirando gli occhi. Molti dicevan gonfiando le gote: Che avvilimento è questo di Ruggero!

Soltanto sette anni dopo il grido d'allarme venne raccolto da Francesco Vendramin, in una delle sue riconferme al Saviato alla scrittura, e la questione venne finalmente da lui posta dinanzi al Doge con criteri da industria di Stato meglio che moderni.

Forse egli era armato, ma teneva le armi nascoste; però che la Corte Romana, dopo papa Sisto V, procedesse molto rigidamente in simile faccenda. Chiunque, in mezzo della sala, avesse posto mente prima al gruppo dell'amorosa famiglia e poi a quell'uomo, avrebbe ricordato il detto della Scrittura: divise le tenebre dalla luce .

Il curato (dacchè il prete fosse proprio un curato) dopo aver fatto esperimento come non si verifichi sempre la sentenza della Scrittura «picchiate, e vi sar

Impercioché essi, se noi ragguarderemo ben le loro opere, accioché lo imitatore non paresse diverso dallo imitato, sotto coperta d'alcune fizioni, quello che stato era, o che fosse al loro tempo presente, o che disideravano o che presumevano che nel futuro dovesse avvenire, discrissono; per che, come che ad uno fine l'una scrittura e l'altra non riguardasse, ma solo al modo del trattare, al che piú guarda al presente l'animo mio, ad amendune si potrebbe dare una medesima laude, usando di Gregorio le parole.

Intende la divina Scrittura, la qual noi «teologia» appelliamo, quando con figura d'alcuna istoria, quando col senso d'alcuna visione, quando con lo 'ntendimento d'alcun lamento, e in altre maniere assai, mostrarci l'alto misterio della incarnazione del Verbo divino, la vita di quello, le cose occorse nella sua morte, e la resurrezione vittoriosa, e la mirabile ascensione, e ogni altro suo atto, per lo quale noi ammaestrati, possiamo a quella gloria pervenire, la quale Egli e morendo e resurgendo ci aperse, lungamente stata serrata a noi per la colpa del primiero uomo.

Da parecchi passi della scrittura si raccoglie che la richiesta in matrimonio era fatta dal padre stesso del giovine. È Abramo che manda Eliezer a chiedere Rebecca in moglie ad Isacco suo figlio. Sansone avendo vista in Timn

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