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Aggiornato: 26 giugno 2025
La marchesa si contorceva sotto quella scossa di sarcasmi feroci.
L'alzò adunque di peso, e per vedere chi fosse, lo venne strascinando presso una lampada che ardeva innanzi ad una statuetta di Nostra Donna. Quella scossa aveva fatto aprire gli occhi al Malumbra che gi
No, figliuola mia, ho un piego suggellato da consegnarti e che ho trovato nello scrittoio di tuo padre, subito dopo la sua morte, ma che ti do oggi soltanto, perchè prima d'ora ti avrebbe dato forse una scossa troppo forte. E la mamma, deposto un piego sul tavolino da notte di Emma, escì per nascondere l'emozione che la faceva piangere.
L'ha notata anche Lei, l'attenzione vivissima con cui la sua bella nepote ascoltava l'altra sera il duca di Francavilla? È un buon segno; che ne dice? Sì, un buon segno, ripetè il signor Prospero con aria distratta. Che? Non le pare? gridò il sottoprefetto, che coglieva le mosche per aria. Ho forse detto il contrario? chiese il signor Prospero, prendendo una scossa improvvisa.
Non voglio che tu soffra. Io sono tu. Le risposi ch'ero commosso; come non lo sarei stato? Ma che non soffrivo perchè sapevo bene quanto ero amato. Sentivo che la mia voce era alterata, mi forzavo a renderla naturale, non vi riuscivo. Soggiunsi che temevo per lei, temevo che soffrisse lei di questa scossa, proprio materialmente, nella salute. Oh no diss'ella. Mi sento assai bene. Bene davvero.
A tutto questo il mondo aveva dato il nome di riposo eterno.... Una scossa della carrozza troncò il filo dei pensieri e mi richiamò all'osservazione fredda. Il corteo s'era formato di nuovo e riprendeva il passo lento, ormai senza speranza d'altri indugi prima della tomba.
Invece!... Egli aveva stretto fra le braccia il divino corpo tanto desiderato, senza sentirlo vibrare di una scossa, ghiaccio, quasi morto; senza che dalle labbra furiosamente baciate, aride e fredde, scoppiasse il riscontro di un bacio caldo, il suono di una parola ardente! Che hai? Niente. T'amo! Tu soffri! Stai male! No. T'amo. Ti ho amato sempre, tanto!
Aveva sentita una scossa al cuore a quella parola, colla quale pareva che Fausto volesse dirle che si credeva unito a lei, che le apparteneva gi
Il leoncello selvaggio metteva gli unghioni, temprava gli elastici muscoli, allargava le narici per respirare libera aria di deserto. Fasci di forze alle quali era impossibile dar sfogo attendevano, chiusi nel bellissimo corpo: toccarlo era ricevere una scossa elettrica. Pareva non studiasse mai nulla: parlava pochissimo: sapeva tutto.
E lui facendo piombare viepiù minaccioso quel suo sguardo di belva negli occhî smarriti di lei, rispose con voce cupa, concentrata, feroce: Sì! E dopo averla scossa violentemente per le braccia, la rigettò in l
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