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Aggiornato: 24 luglio 2025
Venne la nuova che nessun francese sa di Marfisa, donde il re Carlone disse a Rugger con viso sonnolento: Ben guarda, ella sará nel suo convento. Rugger perdé la pazienza un tratto; volta la schiena e borbottando parte. Perdio! dicea l'imperatore è matto.
Seduto alla sua sinistra, colla schiena presa nella cinghia-spalliera, mi sporgo di tanto in tanto dallo sportello di sinistra aperto per spiare l'alba che s'affretta. Si leva il vento, non piove più.
Il galantuomo alzò le sopracciglia, e approvò col capo. Ma quando ci fosse toccata una schioppettata nella schiena, seguitò Ciulla, o che loro ce la leverebbero?
Accade sovente di leggere nelle commemorazioni necrologiche la frase seguente: «insomma egli era sì onesto, sì buono, che non ebbe mai un nemico.» Se qualcuno nel giorno delle mie esequie venisse a recitarmi sulla fossa, un complimento di tal genere, vorrei che i becchini gli menassero tra il capo e la schiena quattro buoni colpi di zuppa, tanto da insegnare a tutti gli oratori da camposanto che un peggior insulto non si può fare alla riputazione di un galantuomo. «Non aveva nemici!... Ma era dunque un grand'asino, questo povero morto!...» Tale sarebbe o dovrebb'essere il commentario di ogni persona di buon senso.
Il Maso ha mangiato, anzi no, dico male, ha scuffiato, macinato a due palmenti, il palmento della fame e quello della gioventù. Adesso sfa facendo la sua meriggiata all'aperto, al riparo del sole, colla schiena contro l'assito della baracca, mentre il paggio del suo anfitrione sta rigovernando i tondini e le scodelle imbrattate. Anch'egli si piglier
Carlinetto condusse l'avvocato a contemplare la Madonna della seggiola. Anche don Procolo, dopo aver scaldata un poco la schiena al fuoco, dolcemente ispirato dal profumo del caffè, cominciò una predica dolce come la mostarda sulla santit
Se i Monsignori di Roma, invece di copiose prebende, che godono nell'ozio, e che gonfiano le loro potenze sensuali, fossero obbligati a piegar la schiena sotto il piccone o la marra, molto più sobri certamente essi sarebbero, e più temperanti.
No, fratello, no. Neppure una goccia, neppure una. M’ha parlato anzi di te così: «Tu credi che sia debole? Ma non ti ricordi come si faceva forte quando voleva portarmi dal letto su la poltrona o dalla poltrona sul letto, mentre Gherardo in un canto, voltato di schiena, disinfettava la siringa per l’iniezione? Diceva:
Quando, come adesso, rievoco nella memoria quell'attimo feroce in cui sentii piombare sulla mia schiena la sferza del gin-mù, penso che quello fu l'attimo decisivo e capitale del mio destino, l'impulso primo che inflisse al mio spirito quel moto particolare del pensiero che vien detto, fra gli uomini, carattere, e che è quasi uno stile dell'anima.
Aspetta, lazzarone! brontolò, frenando con fatica la voglia di farlo rotolare nell'acqua. E presa uno ciotola di legno, di quelle che servono a vuotar le barche, la riempì fino all'orlo e versò tutta l'acqua sulla testa di Moschino, che gettò un urlo di spavento. Il battesimo discese e serpeggiò fresco fino in fondo alla schiena.
Parola Del Giorno
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