Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 24 luglio 2025


Finita che l'ebbe, principiò a camminar su e giù per la stanza col capo chino, con le mani intrecciate dietro la schiena, sotto la vestaglia. Camminava adagio nel poco spazio lasciato dai libri e dai mobili, camminava riflettendo ai casi propri e commiserandosi.

Il maestro curvò la schiena, che quasi toccava col naso lo scrittoio, presentò all’impiegato superiore i più rispettosi ossequi, uscì dalla stanza con ripetuti inchini, salutò gentilmente anche l’usciere, che aveva un’aria da sbirro, poi scese le scale lentamente, col collo torto, e un beato sorriso sulle labbra, pensando fra stesso: «l’uomo è un asino, è un asino, è un asino!...»

Le dirò, risponde Gianbarba con flemma; gli è che prima di rispondere, io debbo vedere se Lei ha proprio quella tale escrescenza sulla schiena.... ovverossia, parlando con poco rispetto, quella gobba...

I portatori si attaccano alla slitta appoggiando la schiena al cassone colmo di minerale: abbrancano solidamente le due sbarre, irrigidiscono le gambe e si slanciano nella voragine. Il loro corpo fa, precipitando, una linea quasi orizzontale, quasi parallela al terreno, tanto che, la palma del piede non tocca mai la terra; vi affondano invece il calcagno e menano le gambe rigide come stantufi.

In quel momento, dimenticando ogni altra cosa, non vidi che il tiranno della mia tragedia divenuto affatto ridicolo, n'ebbi dispetto, e girando sui talloni gli voltai la schiena. Animo, alla decisione, disse Uguccione.

Un ragazzino, coperto malamente da quattro stracci, si era avvicinato e stava ad ascoltare con le mani dietro alla schiena, gli occhi neri spalancati, intenti alla bella signorina, che l'osservava di sfuggita se n'era accorto e che parlava una lingua di cui egli capiva soltanto poche frasi. Vuoi venire, laggiù, da me? Ti farò il ritratto gli disse miss Elsa.

La servetta trasalì e levò il capo: si rizzò pure il gatto e fece arco della schiena, e sbadigliò. La voce veniva dalla camera da letto della signorina Sofia. Milia! Milia! Il gatto scese dalla finestra e s'avviò. La servetta raccolse il merlettino, il gomitolo, l'uncinetto e ammucchiò tutto sui fascicoli del romanzo. S'alzò e scosse il grembiale. La voce interna insisteva: Milia! Milia!

Senza di ciò non è più l'accusa, ma è la pugnalata nella schiena. Io mi posso salvare dal ladro, ma non dal Procuratore del Re, se mi ruba la mia fama! «Capitolo secondo. Egli che si è vestito da mendicante racconta una storia. Il signor Marinetti sa molte storie.

Adesso ne pagava tremila delle lire?... ne avrebbe anche pagate trecentomila!... Era stufo di piegar la schiena, di servire, di tremar sempre, di far la bestia, di non essere padrone di niente, nemmeno dei suoi figli, delle sue creature, del suo sangue!

Da ogne bocca dirompea co’ denti un peccatore, a guisa di maciulla, che tre ne facea così dolenti. A quel dinanzi il mordere era nulla verso ’l graffiar, che talvolta la schiena rimanea de la pelle tutta brulla. «Quell’ anima l

Parola Del Giorno

serafica

Altri Alla Ricerca