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Aggiornato: 24 giugno 2025


Un gran tumulto sconvolse allora la mente della donna: le battaglie dei Filistei e dei Siriaci si confusero con le battaglie dei Saraceni, Oloferne si confuse con Rizieri, il re Saul col re Mambrino, Eleazaro con Balante, Noemi con Galeana.

Manfredi ascoltava per via, come sparsa fama tra i Saraceni del rifiuto ch'ei aveva fatto allo Amira di concedergli campo contro Angalone, abbandonassero i posti, e si riducessero nei quartieri a piangere sul corpo di Jussuff, quasi che fosse sepolto; come i nemici prevalendosi della occasione scalassero le mura, e se ne fossero impadroniti: si turbava, non si avviliva per questo, e affrettandosi alla fazione passava sotto i quartieri dei Saraceni, e chiamava: «Jussuff!

Ritornano alla memoria i personaggi del «Parsifal» di Wolfram di Eschenbach e Corradino diventa Parsifal che cavalca per il mondo, per trovare la sacra coppa di sangue del Graal, Elisabetta di Baviera diventa Erzeleide, sua madre, che non lo vuole lasciar partire, e così si presentano Goffredo d'Angiò, il cavalier Gavino e Feirefiz, Arturo e Titurello e il castello di Graal, nella foresta selvaggia, i saraceni, i trovatori, i pellegrini, i penitenti e i saggi dell'Oriente.

Una quiete profonda regna nell'antico paese di Nettuno e ne' suoi dintorni. Nettuno attualmente è circondato da antiche torri e da scure mura merlate, che hanno più di una volta resistito agli assalti dei Saraceni. Nessun pescatore o marinaio avviva lo specchio dell'acqua, poichè non vi è porto, e la popolazione è dedita alla pastorizia.

Bonifacio VIII fece distruggere questo Castrum Montis Prenestini, antica rocca dei Colonna e centro della loro signoria nella Campagna. Si possono leggere anche oggi le lagnanze dei Colonna al papa, in un documento del 1304, dove è scritto: «Egli ha anche demolito la rocca dell'antico monte Prenestino, Rocca nobilissima, che comprendeva splendidi palazzi e mura antichissime costruite dai Saraceni (Saracenico opere), con grandi macigni, al pari delle mura delle citt

Per un altro diploma del 13 maggio, ibid. fog. 103, si veggono assoldati nell'oste di que' Saraceni 9 militi, 90 cavalli e 500 fanti.

Intanto si comincia il lauto banchetto. Io non lo descriverò per minuto, perchè fastidioso ai miei leggitori potrebbe tornare altrettanto che ai commensali dell'arcivescovo tornava saporito. Ricche, squisite, profuse furono le dapi, stupendi i liquori. Pesci che nuotavano in brode come se fossero vivi e nel loro primitivo elemento: cacciaggione servita con tutte le penne, le quali, al primo tocco dello scalco, cadevano di dosso ed ammirabilmente cotta rinvenivasi: pasticci a foggia di rôcca, con barbacani e baluardi, ciascuna torre rimpinzata d'intingoli diversi, i fossati ricolmi di liquori e salse; la quale rôcca Saraceni, vestiti di fulgide vesti, assediavano, difendevano cavalieri armati di ferro: un cinghialetto irsuto del pelume, che sembrava vivo, e che, all'aprirsi, rovesciò il cuoio e mise fuori pesciolini, pasticcetti, camangiari, torte, tartufi ed altre di quelle leccornie che tanto ambivano i prelati-baroni d'allora, stracarichi di ricchezze e di volont

Mentre tutti questi diversi elementi, longobardi, greci, imperatori germanici, papi, repubbliche, saraceni, erano fra di loro in continua lotta, la storia dell'Italia meridionale diventa veramente un caos. L'inferno di Dante non può dare che una debole idea di tutti gl'intrighi, le passioni, i delitti che si muovevano in questi stati, in queste corti.

«Abbasso le spade! si accosta il ReQuesta voce usciva dal maschio petto di Ghino mentre i due Cavalieri stavano per ferirsi, i quali maravigliati voltandosi videro Manfredi che si affrettava a gran passo verso di loro. Smontarono ambedue da cavallo, e con essi i circostanti Saraceni.

Si custodiscan bene le corazze e gli archi d'osso dei Saraceni che sono stati al nostro esercito, e si aspetti la nuova impresaNel r. archivio di Napoli, reg. 1283, A, fog. 161, a t.

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