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Aggiornato: 29 giugno 2025
«Avremmo potuto essere felici, sposarci, amarci tranquillamente. Gualfardo non ne sarebbe morto; lo sapevo bene. Eppure non mi sentivo il coraggio di dirgli: « Dopo quanto avete fatto per me, malgrado il vostro nobile carattere, la vostra generosit
Prima ancora che si ripartisse smise di piovere e si fece la traversata da Bingen a Rüdesheim con un riso splendido di cielo e di Reno. Violet era felice, scherzava, rideva; quanto a me non mi sentivo allegro, mi pareva aver qualcosa sul cuore, e non sapevo che.
E una volta mi gridò, fuori di sé, con la voce soffocata: Sì, sì, uccidimi! Compresi. Ella sperava la morte, l'aspettava da me. Era incredibile la sua forza nel dissimulare, alla presenza degli inconsapevoli. Ella riusciva ancora a sorridere! I noti timori per la salute di lei mi davano modo di giustificare certe tristezze che non sapevo nascondere.
E puoi domandarlo? e non sapevo io il tuo dolore, e non conosceva i tuoi desiderj? altra volta io t'ho veduto in ginocchio, e t'ho udita scongiurare Iddio perchè ti liberasse dal Baglione. Oggi poi, chi m'aiutò ad aiutarti, mi disse le tue lagrime e la tua disperazione. Pensa dunque che colui non ti riavr
Dirò che tutto ciò che dettai al signor Morena è un romanzo. La mia vera dichiarazione è quella che feci a Nicolosi e a Scandurra, il resto è menzogna. Mi tacciarono di borbonismo, mi volevano responsabile di mille reati, mi chiusero in segrete come borbonico. Ma io non sapevo nulla di tutte queste cose.
Il giorno della morte, la mattina stessa. Giacchè bisogna dir tutto, vi dirò perchè mi trovai in quella casa. Sapevo che l'ultima spiegazione doveva avvenire, aspettavo con impazienza che egli me ne riferisse l'esito. Non vedendolo tornare, venni io. Egli esitava ancora, come presago di farle male. Allora gli suggerii di scriverle; quest'idea gli piacque. Eravamo nello studio di lui, credevamo di non essere uditi, quando ella apparve. Disse parole amare, contro di lui, contro di me. Egli se ne sdegnò, dimenticò la piet
Donna Matilde. Eh, sa! Neanch'io da principio, quando mi sentii rispondere da lui, che sarebbe stato allora ai miei piedi, come a Canossa, Enrico IV. Sì, sapevo di Canossa; ma dico la verit
Io invece so tali cose del Garasso, che egli viene da me come la biscia all'incanto, e mi spiffera tutto, parendogli grazia che io voglia star zitto sui fatti suoi. Ma io non sapevo nulla di ciò; sì provò a dire il Collini, mortificato. Voi, padre mio, la sapete più lunga....
Che luce hai nella faccia! Com’è bianca la tua veste! Mortella! Sacrificami. Ella va verso la figlia come per offerirsi. Mortella. No, non voglio che tu mi tocchi. Costanza. Ti giuro, ti giuro che non sono quella che ti sembro. Mortella. Va a pregare. Costanza. Te lo giuro: non sapevo, no, non sapevo di aver dato la mia anima a un assassino. Mortella. Lasciami. Non posso perdere la mia sera.
Un nome falso?... Meno chiacchiere; Richard è un nome falso. È un nome falso? Richard?... esclamò Giacomo diventando pallido. Ma io non lo so, non lo sapevo, non so niente! posso giurarlo; lo giuro! Lo prover
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