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Aggiornato: 29 giugno 2025
Le lagrime frenate mi ricadevano goccia a goccia sul cuore Clelia continuava ad appoggiarsi sul mio braccio mi sorrideva ed io le sorridevo." "La lettera di Eugenio era piena di cortesie. Non mi rimproverava di averlo lasciato partire senza salutarlo il suo animo generoso se n'era dunque dimenticato. Gran buona ventura la mia.
Sono entrata in camera sua un'ora fa per portargli la posta e stava ritto davanti la specchiera tamburellando colle dita sul cristallo. Poi è sceso in scuderia. Poi è ripassato di qui. Lei non l'ha veduto? Sì sì. Appena levata sono andata a salutarlo.
Son io, signora Paolina; rispose egli, per mostrare alla ragazza che non era davvero uno sconosciuto lassù; Sono Ariberti, l'amico di Filippo Bertone. In quel mentre l'uscio di fondo si aperse, e la megèra comparve sulla soglia. Ah, è lei, signor Ariberti? Cerca del signor Filippo? Sì; mi hanno detto che è giunto a Torino e venivo a salutarlo.
Io?... rispose l'altro abbottonandosi la pelliccia. Io...Io per me non lo crederò mai; nemmeno, nemmeno se avessi visto coi miei propri occhi. Si cacciò il cappello in testa, e se ne andò lentamente, pesantemente, senza mai guardare il signor Trebeschi, senza nemmeno salutarlo.
Avrebbe dovuto salutarlo con effusione di affetto, buttarsi magari a' suoi piedi ed abbracciargli le ginocchia, come un figlio pentito; ma questo, che non avrebbe fatto mai, poichè non aveva da pentirsi di nulla, non gli passò neanche per l'anima. Mormorò appena una parola, e porse la guancia, come se la separazione fosse stata di due giorni e si trattasse soltanto di un amplesso di cerimonia.
Il signor Galli lo guardò stranamente e se ne andò senza salutarlo.
Sarebbe per caso aggravato? Sì, mi scrive. Sta molto meglio. Se sbrigo presto ciò che ho da fare.... alla prefettura e al municipio.... passerò un momento a salutarlo. Farai bene. Povero Prè Letterio, quello è un amico! Il professore la guardò in viso un istante. Poi con una lievissima intonazione di ironia: Quello.... sì! rispose.
Le domandò se provava rammarico di quello che avea compiuto poc'anzi, con termini molto cortesi e ritenuti. Essa si avviava per uscire. Ho fatto una cosa enorme! disse al pittore, e gli passò dinanzi ratta, senza volgersi a salutarlo: uscì, prima ch'egli potesse accorrere ad accompagnarla. È pazza! è pazza! ripeteva fra sè: e così spiegava la stranezza, che vi era stata nella condotta di lei.
D'un tratto corrugò la fronte, un rossor vivo, un fuoco le salì alla faccia. Si...! Si! bisbigliò, tutto per tutto. Bisogna tentare col Kloss! E corse subito nel suo gabinetto di toelette, passando dinanzi alla camera del duca, ma senza nemmeno fermarsi per salutarlo.
Parola Del Giorno
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