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Aggiornato: 7 giugno 2025
Non dirò parola ad anima viva. Berto fece un cenno con la mano; qualche coppia passava, dirigendosi al salone da ballo e chiacchierando; alcuni cavalieri sopraggiunsero, diedero un'occhiata, videro la sala vuota e se ne andarono di nuovo. Ha notato, contessina, che stasera non c'è Flopi? riprese Berto con la sua voce più melliflua, piano piano. Non ho notato nulla! rispose Giselda bruscamente.
Nella stanza di aspetto della ferrovia, dove ci riducemmo quasi subito, al nostro arrivo si aggirava una folla stragrande: quel movimento c'inebriava: in un canto del salone noi vedemmo un gran cartello dove a caratteri cubitali era scritto: Qui si d
Fra la mezzanotte e l'una del mattino, la porta di mezzo nel salone si aprì a due imposte, e sulla soglia si fermarono il principe di Lavandall e Vitaliana. Di un solo ammiccare, questa vide tutto. Di un solo urto al cuore, ella comprese tutto altresì. Vitaliana aveva appreso e sentito in un baleno ciò che una donna del mondo, a trentasei anni, più non ignora!
Il lunedì seguente, alle undici e mezzo della mattina, si presentò in casa Van Osten al numero 8 della 66.ma Strada. Mrs Doyle gli aveva in modo speciale raccomandato di non arrivare prima di quell'ora. Essa lo aspettava nel salone, e lo presentò a sua figlia. Il signor Van Osten non c'era.
Accompagnò quindi i tre gentiluomini verso un uscio, e li fece entrar di quivi mentre ella e le altre donne si dirigevano verso una porta di rincontro. Un'ora trascorse. La fanfara, che fin qui era stata briosa, cangiò di carattere, e divenne una melodia dolcissima di violini e violoncelli. Le porte del salone si apersero.
Era un antico salone, proprio di quelli degli antichi palazzi in cui non si misurava con avara parsimonia lo spazio come nelle costruzioni moderne, con antichi mobili, antiche tappezzerie, antichi quadri, si sarebbe detto antica atmosfera. Entrando col
Orazio e Muzio stavano insieme in un canto del salone conversando sugli avvenimenti del giorno quando Attilio, giungendo vicino ai due amici, partecipò loro la sua scoperta ed i tre s'incamminarono giù per le scale verso Piazza S. Marco.
Al sorgere della tela, tre facchini, carichi di valigie, vengono dalla sala da pranzo ed escono per la Comune. Si vede nella sala da pranzo LUCIA che viene e va, portando robe che depone sulla tavola. NENNELE nel salone, ritta presso una consolle sta registrando su di un foglio volante il numero dei colli. Si ode di quando in quando uno scampanellìo rabbioso ed impaziente. NENNELE ai facchini.
D'altra banda, ciò che ella aveva intravisto ed infrasentito nel salone di Morella, le dava l'insonnia. Ella si sorprendeva perfino a vaneggiare, tutta soffusa di vergogna, questo concetto: Perchè mai non si attillerebbe l'amore delle medesime feste di cui il vizio si satolla? Adriano passava con lei parte del giorno e tutta la sera.
L'orchestra dette il segnale del walzer. Il principe ed i passeggiatori sgombrarono il salone. Il principe incontrò il dottore in un'altra camera dove giuocavasi al whist. Incantevole! disse egli. Una moxa! rispose il dottore, sorridendo. Dovunque la si vorr
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