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Aggiornato: 23 giugno 2025


Poi, date a Cesare ciò che è di Cesare, ed i sacerdoti del Signore, lo sapete, devono predicare fratellanza tra gli uomini, non attizzarli, stimolarli alla distruzione». Alcuni di questi neri semi di Dio accusarono di camorrismo certi uomini onesti con cui avean gare personali.

Una seconda folla di cavalieri ci viene incontro, a sinistra. È il vecchio governatore Gilali Ben Amù, seguito da diciotto sotto-governatori e dal fiore dell'aristocrazia di Fez, tutti vestiti di bianco da capo a piedi, come uno stuolo di sacerdoti: visi austeri, barbe nere, caic di seta, bardature dorate. Salutano, ci girano intorno e s'uniscono alla scorta e alla Corte.

NOTE: Qui m'è caro ricordare il Padre Pantaleo, che col suo coraggio ed i suoi talenti, come letterato e libero pensatore, diventò caro a tutti e gettò nelle fila dei giovani sacerdoti quello spirito d'emancipazione dalla menzogna che nobilita l'uomo, e che tanto bene avrebbe fatto gi

Dovevano inoltre studiare le sacre scritture e coadiuvare i sacerdoti nello istruire il popolo nei suoi doveri religiosi e morali.

Il Petrarca se intendeva favellare di guerre fraterne, senza fallo aveva ragione, se poi di battaglie in difesa della Patria certo ebbe torto; però che la vita offerta in sacrificio della Patria minacciata dal furore straniero, sia la migliore preghiera, anco a giudicio dei sacerdoti di Cristo.

Il mattino e la sera, soleva salire sulla terrazza della casa; e di lassù pasceva l'animo contemplando la natura, maestra sovrana di chi sa capirne i divini linguaggi. E talora sprofondava lo sguardo nelle valli delle Alpi, velate dall'azzurro vaporoso delle lontananze; e colla fantasia trovava in seno ad esse, i villaggi, sorgenti in mezzo al verde dei prati irrigui, o fra macchie di pini. Sulle case vedeva levarsi i campanili delle chiese; e all'ombra di queste, serene figure di vecchi parrochi, sedere fra i borghigiani, poveri e degni di riverenza. Ma la memoria di don Apollinare, subito gli guastava nella testa la dolce visione. «Illusioni, illusioni! diceva tali quali si fanno, i preti sono tutti d'una maniera; noi ce li figuriamo sacerdoti, e in cambio non sono che uomini, i quali più o meno fanno un mestiereSpingeva allora quello sguardo dalle valli basse alle altissime vette; e si pregava d'essere un pastore, d'avere lassù sua madre e Bianca, per vivervi con esse d'amore, di meditazione e di libert

L’Egitto adorava Iside, il cui culto misterioso ricordava con una folla di allegorie la parte che rappresenta la donna o la natura feminile nell’universo. In quanto al suo sposo Osiride, era l’emblema della natura feminile. Il Bue e la Vacca erano dunque i simboli di Osiride e di Iside; i sacerdoti e le sacerdotesse portavano nelle cerimonie il Van mistico che riceveva il grano e la crusca, ma che conservava il primo rigettando il secondo; i sacerdoti portavano ancora il Tau sacro, o la chiave che apriva le serrature meglio custodite. Vi erano ancora l’occhio, con o senza sopracciglie, che si situava accanto al Tau negli attributi di Osiride, per simulare i rapporti dei due sessi. Alle processioni di Iside, le ragazze consacrate reggevano il Cyste mistico, ceste di giunchi contenenti dolciumi ovali e bucati nel mezzo, simili a ciambelle; accanto ad esse una sacerdotessa nascondeva nel seno un’urna di oro, nella quale era conservato il Phallus, definito da Apollo: «L’adorabile immagine della divinit

Il tuo vino? No... è mescolato col sangue. Io non voglio del tuo vino. E si allontanò con un grugnito. Onde tanta pietade in voi si alligna, Sacerdoti crudeli. ALFIERI, Saulle.

Tale fu il contegno di questi superbi figli di Roma, alla liberazione dell'innocente vittima dalle zanne dei scellerati sacerdoti del S. Uffizio. L'acquisto della contessa Virginia fu di giovamento immenso all'impresa generosa.

Venne il tempo disse il Conte con voce solenne; poi, composto il volto ad austero atteggiamento, proseguì: Però, miei nobili amici, vi supplico a rispondere innanzi a questa mia domanda: Se Dio, scongiurato tutte le sere prima di adagiare le mie membra sopra le piume, e tutte le mattine aperti appena gli occhi alla luce ardentemente, lungamente per un voto, che sul capezzale lasciava, e sul capezzale io rinveniva: se Dio, che udiva la mia preghiera raccomandata dai Sacerdoti in mezzo al santo sagrifizio della messa, dai canti delle vergini sacrate, dalle orazioni dei suoi poverelli: se Dio, dopo avermi disperato di concedermi ascolto, allo improvviso, per un tratto della sua misericordia infinita, i miei desiderii oltre la speranza adempisse, non avrei, dite, ragione di esultarne io?

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