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Aggiornato: 13 ottobre 2025
Ma s'io amai giamai Sulpizia, faccia Idio che non conseguisca alcun desiderio; né son per amarla per l'avvenire, ché sempre piú tosto l'ho odiata che amata, e m'ho fatto beffe di lei. Ho ben amata la vostra Cleria dal primo giorno che la viddi; ma il rispetto dell'amicizia fra me e Attilio me ha vietato che non lo scoprisse, per non offenderlo con la mia indegnitá.
E sai che molte fiate me ne ha parlato quel suo servitore di questa cosa, cioè de l'onor mio, con promissione de volermi sposare se io gli fo qualche piacere. Ma, alla fede, ch'io voglio che prima mi sposi; ch'io ne ho cotta la bocca e me delibero che non me ci coglia piú persona, s'io posso.
Pero` ti priego, e tu, padre, m'accerta s'io posso prender tanta grazia, ch'io ti veggia con imagine scoverta>>. Ond'elli: <<Frate, il tuo alto disio s'adempiera` in su l'ultima spera, ove s'adempion tutti li altri e 'l mio. Ivi e` perfetta, matura e intera ciascuna disianza; in quella sola e` ogne parte la` ove sempr'era,
Non domando di meglio; ma posto che essa non viene qui... È verissimo.... posto che essa non viene qui, voi non potete parlarle. Se la conduceste qui... Vi pare? Essa fa i suoi gusti. Ma se la pregaste.... S'io la pregassi, verrebbe. Dunque?... Dunque io non la prego. Quest'è chiaro. Dal momento che la mia preghiera distruggerebbe la sua volont
Oprar conviensi ogni mese l'ampolla; che sua virtù più termine non giova. Io so far l'acqua, ed oggi ancor farolla, ed oggi ancor voi ne vedrete prova: e vi può, s'io non fallo, esser più grata, che d'aver tutta Europa oggi acquistata.
Coi quali danni nello scafo, quando gl'Indiani gli davan più noia, diceva: lasciatemi stare, che s'io mi levo su, vi farò.... E lo diceva con tal voce di tuono, che quelli spaventati la davano a gambe.
Dodon ridendo disse a lei voltato: V'accorgerete s'io ve l'avrò dato. Basta cosí rispondeva Marfisa, giá c'intendiamo, e facea l'occhiolino; e va a tentare un altro in nuova guisa, ché certo ell'era il diavol tentennino. Dodon sarebbe morto dalle risa; ma gran compassione ha d'Angelino, ed avea detto a quel: Non piú mestizia, che non è spenta affatto la giustizia.
S'io potessi esservi vicino, invocherei da Dio potenza, per convincervi col gesto, coll'accento, col pianto: così, non posso che affidar freddamente alla carta il cadavere, per così dire, del mio pensiero; nè mi riuscir
S'io non pagassi un pan unto, qui, il letto de la Gnesa, tan...tanto mi vien sonno! Oimè! come mi duol lo stomaco ne le budella! Ve', lá giú, quan... quante pecorelle! Vo' saltare anch'io e ballar d'allegrezza. Lasciami appoggiar prima con la persona. Chiocciola marinella, cava fuor le corna. Oh potta di santo...! Par ch'abbi la febbre, cosí mi bolle il fegato! Oh!
"Immaginatevi or bene, l'interruppe quasi gridando il Conte, s'io voglio andar l
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