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Gli dia modo di rappresentarlo! La figliastra. E come, scusi? dico, come potrebbe rappresentare tutti i suoi «nobili» rimorsi, tutti i suoi tormenti «morali», se lei vuol risparmiargli l'orrore d'essersi un bel giorno trovata tra le braccia, dopo averla invitata a togliersi l'abito del suo lutto recente, donna e gi

Ho troppi dolori sull'anima, perchè le scalfitture della calunnia vi possano; e per morire senza rimorsi, parmi che basti trovarsi in pace colla propria coscienza e con Dio. A me dunque poco importa di quelle accuse; , se importasse, vorrei scendere, profanando, a lunghe difese e recriminazioni in queste pagine sacre alla memoria d'uomini superiori a tutti noi quanti siamo.

Lilla non ha rimorsi; una colpa ha macchiato la sua vita; ma non sta a voi ricercarla. La farò palese ad ognuno; diverrete la favola di quanti vi conoscono; vi segneranno a dito i viandanti; vi chiuderanno l'uscio sul viso le vostre pari; vi negheranno il saluto gli amici. Badate, marchesa; io non ho mai fallito alle mie promesse, mai, dacchè vivo.

Qualche ora dopo, si trovò innanzi ad un commissario di polizia. Gabriele confessò tutto. Non si ebbe mestieri di maltrattarlo per farlo parlare. Egli aveva impietosito il commissario, tanto vi era di onta e di rimorsi nel suo racconto, tanto la sua stessa coscienza aveva avuto poca parte nella perpetrazione del delitto. Era maniaco.

Rosen incominciò da quei giorni una nuova serie di tentativi. Risoluto a non ritentare le sorti del duello che non gli avevano fruttato fino allora che dei rimorsi crudeli, immaginò nuove imprese e nuovi disegni: ma non era così agevole l'immaginarne di efficaci e di utili. Ne concepiva molti, e molti ne rigettava come ineffettuabili.

Nella mente un po' superstiziosa della signora erasi messa la credenza che l'antica sua colpa dovesse espiarsi per queste pene assidue, e dal giorno in cui pensò tal cosa, i rimorsi tornarono ad assediarla, e strane ubbie l'infestavano al punto, che quasi la solitudine e le tenebre la spaventavano.

Era contentissima di non aver rimorsi e il Vharè non lo voleva più vedere, sentiva che non lo amava più. No, no; non voleva più saperne di sotterfugi: aveva avuto troppa paura. Sentiva ancora, come in quel malaugurato venerdì, i passi di Giorgio, quando si avvicinava al salottino: Dio, Dio! Che angoscia!... che momento terribile...

Da quel giorno aveva affogato i rimorsi nel sangue: non del tutto però, poichè, come si vede, di tempo in tempo ritornavano a galla. Albeggiava.

In quel momento egli aveva obliato rimorsi e dolori. La figuretta mesta e soave della povera Adele era dileguata dal suo cuore; l'immagine minacciosa di Francesco Parabiano era scomparsa dalla sua mente. Egli aveva dimenticato anche tutto ciò che la Baby stessa gli aveva fatto soffrire; e nella mente, nel cuore, nel sangue non aveva più che un pensiero, una gioia, una febbre: rivederla!

Io non la conosco la passione?... Io non la conosco?... T'inganni, sai, Lalla... Son vent'anni che la conosco, è da vent'anni che mi tenta, è da vent'anni che mi fa piangere, che mi fa soffrire, che mi strazia, ed oggi... oggi, , ha vinto lei; però è riuscita ad uccidermi, ma non è riuscita a perdermi, Io non la conosco la passione?... E sei tu, tu, che inginocchiata, fra le lacrime ed i rimorsi, non trovi altra difesa alla tua colpa che in un insulto al mio dolore.