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Aggiornato: 14 giugno 2025


La scena, o signori, è unica, e l'entrata gratis; vedete: il mare, il progresso, e su il guadagno, e su ancora la poesia, e su ancora il sole che ride di tutto. O marinaio poeta, che hai letto nel gran libro dell'utile e nelle grandi notti sull'estensione dell'Atlantico, dimmi le tue rime.

Don Giovanni Torlonia indirizza, in una delle sue poesie, questi versi alla signora romana Teresa Gnoli: E delle idee germaniche Seguendo il volo libero, sublime, Prendi soggetto alle tue nuove rime.

per cui le fronde, tremolando, pronte tutte quante piegavano a la parte u’ la prim’ ombra gitta il santo monte; non però dal loro esser dritto sparte tanto, che li augelletti per le cime lasciasser d’operare ogne lor arte; ma con piena letizia l’ore prime, cantando, ricevieno intra le foglie, che tenevan bordone a le sue rime,

Nel 1590 egli le porgeva la terza parte delle sue rime dicendole:

Raccolta di Sonetti col titolo: Per donne romane, rime di diversi stampata in Bologna a quel tempo Voi che portaste gi

Il buon pastor, cercando le pendici de i santi gioghi, ha con novella cura novo oggetto trovato ai suoi pensieri; nova materia ha data a le sue rime: che l'interno splendore e 'l chiaro viso de la bella Tirrenia il petto ingombro gli ha del suo piacer, che la sua lingua d'altro non sa parlar, può, vuole che di lei, ch'or gli siede in mezzo l'alma.

Ella apparve. Buon , messer cantore! disse ridendo con gentile volto. Non questo è il tempo gaio de 'l pascore, ma voi siete di ver loquace molto. Or seguite a trovar rime d'amore, chè con benigno orecchio, ecco, v'ascolto. Io le dissi: Madonna, io son gi

Il Cavaliere messo in vena dal vin dolce faceva esplicite dichiarazioni alla Paolina, che rispondeva per le rime, ridendo, dando di tempo in tempo un bacio sulla testa di Lilì. Lei mi fa invidiare la brutta bestia diceva il vecchio galante. Non è poi così brutta. Ce n'è di peggio... rispondeva la briccona. Ho detto che don Procolo era in vena di predicare.

E per persuadere di questo i suoi lettori e per confutare ad un tempo stesso un'opinione, tanto o quanta contraria, di Federigo Schlegel, che nella sua Storia della letteratura antica e moderna chiama bensí Dante il «maggiore de' poeti cristiani», ma gli rimprovera qualche poco di ruvidezza d'animo, la Rivista con lunghi commenti presenta ad essi un lungo florilegio di passi dilicatissimi, tolti dal poema e dalle rime di Dante.

Farotti ben di me volere scemo: son Guido Guinizzelli; e gia` mi purgo per ben dolermi prima ch'a lo stremo>>. Quali ne la tristizia di Ligurgo si fer due figli a riveder la madre, tal mi fec'io, ma non a tanto insurgo, quand'io odo nomar se' stesso il padre mio e de li altri miei miglior che mai rime d'amore usar dolci e leggiadre;

Parola Del Giorno

quell'autorevole

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