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Aggiornato: 25 giugno 2025
Pensavo codesto allontanandomi via via dalla villa, isolata nel suo largo piano di giardini e pergole e boschetti, ed avviandomi verso un gruppo di case coloniche sferzate dal sollione. Mi ricordavo i bei quadri del Santoro Rubens, tanto ammirati all'Esposizione di Torino, ed un po' trascurati dai critici; quei gruppi di case bianche, un po' screpolate, un po' scrostate, battute dal sole ardente del mezzodì, povere, nude, di cui la grande bellezza è la verit
Lasciami!... Mia figlia non è qui?... Come si muore senza fede! e il vecchio quasi pianse: Imilda!... Nulla sentivo, nulla ricordavo più! Desiderereste che Imilda fosse qui? Tu la vuoi sposa?... Ma no! Imilda che dir
Ricordavo qualcosa di simile pel concetto, una novella del Tolstoj, che appunto descrive il terrore della morte nella persona di un uomo di et
Sì che lo cognosciamo. Quando mi visitò, «Oh che hai fatto, Topo? mi disse, è un affaraccio.» È una graffiatura, gli risposi, son cascato sopra l'uncino della stanga (capite, i fatti miei non li volli dire a quel cerusico). E dopo che m'ebbe medicato, «Bada di non ber vino, mi disse.» Diavolo! risposi, poco no certo, e me ne andai all'osteria dei Tre Mori a bere un par di fiaschi di verdèa, che è vino da donne. Grazie a Dio, la mattina non mi ricordavo più di niente e andai a portare le balle di baccal
A me, nell'animo, s'era piantata un'angoscia indicibile per le parole di Giorgio Uglio. Nella solitudine dalla quale uscivo, m'ero dimenticato affatto che un giorno avrei dovuto incontrarmi con persone che desideravo evitare; la scelta mi sembrava facile, e non ricordavo quanto la libert
Mentre anch'io, come tutti gli altri, ammiravo la bella riuscita del corteo e lo stupendo insieme del gruppo dei veterani, per via d'antitesi ricordavo un caso di luminaria andata a male saranno ormai quattordici o quindici anni nel modesto quanto ignoto comune di Crescimbeni, sul Nervia.
La grandezza e la ricchezza di Londra mi facevano ogni momento una impressione diversa. Alle volte sentivo il mio amor proprio d'italiano, schiacciato; ricordavo con dispetto le meschine vanterie a cui ci lasciamo andare in casa nostra, paragonandoci soltanto con noi medesimi; mi proponevo, quando fossi in Italia, di rintuzzarlo con sarcasmo; avrei voluto esser nato inglese, per aver diritto di guardare dall'alto in basso i latini. Altre volte invece, lo spettacolo della superiorit
La mia confidenza nell'avvenire aumentava di giorno in giorno. Non mi ricordavo quasi più di nulla. La mia anima troppo affaticata si dimenticava di soffrire. In certe ore di completo abbandono tutto si dileguava, si distendeva, si fondeva, si immergeva nella fluidit
Non lo dovevo, Francesco, perché saldamente ricordavo che la mia fedelt
E' non mi ricordavo ch'io ho anco a dire una orazione che non la soglio mai lasciare. GIGLIO. Que trepparie son este? que corona? que orazion es esta? PASQUELLA. Che orazione? vuoi ch'io te la insegni? Sai? È buona a dire. «Fantasima, fantasima, che dí e notte vai, se a coda ritta ci venisti, a coda ritta te n'andrai.
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