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Aggiornato: 10 giugno 2025
Subito, riarse del trasporto più violento, con un'allucinazione amorosa replicata e sempre più nitida: e maledisse l'ora che non fuggiva abbastanza presto, consumando, invece, in lui, tutto questo entusiasmo. Chérie, Chérie, Chérie andava dicendo, per la casa, mentre riprendeva i guanti e il bastone, mentre si rimetteva il soprabito.
Pallide figure dagli occhi sbarrati, dalle membra convulse, ci si agitano d'attorno in crisi nervose, in estasi, in contorsioni, con grida alte o soffocate scoppianti da bocche riarse, fra laceramenti delle proprie carni, mutilazioni e macerazioni, durante una rapida rincorsa di quasi due secoli verso meta ignota e misteriosa.
La Gina se ne tornava a casa, colla febbre nelle ossa, colle guance riarse, con una gran sete: si accoccolava per terra, sotto la finestra, al buio, o cogli occhi incantati sui fiocchi di neve che cadevano; nelle ore di notte che non poteva dormire, o che dormiva così a sbalzi, coll'animo sospeso e co' piedi freddi, essa si lasciava andare a ripensare le belle carte di torrone, che.... una volta il babbo le regalava, delle quali ne aveva un fascio in una scatola, quali screziate d'oro e d'argento, quali con bei lembi color cielo, color vestito della Madonna, altre gentili come le perle, altre accese come il fuoco; e ne faceva vesti alle sue bambole di carta, alla Ghiacciata, se ne ornava ella stessa le orecchie, tagliuzzando le laminette di paglia d'oro, tintinnanti; quasi il destino avesse dovuto prepararle, per i suoi begli occhi, una corona di diamanti, come a una principessa.... Così pensava fredda fredda nel letto.
Ma egli aveva con sè la bionda peccatrice di Mágdala e con sè l’altr’uomo insonne, il ruvido maschio d’Israele quegli che fedelmente lo seguiva dall’alba fino alla sera e parlava sottovoce, quando parlava, ed era così perduto nel Maestro da nulla vedere nè conoscere in fuori da lui, e coglieva dai rami le pesche mature per dissetare le sue labbra riarse, e gli dava il suo mantello di lana quando le rugiade cadevano dagli elevati picchi dell’Hermòn, ed era il compagno di tutte le ore, il fedele di tutte le comunioni, quegli che sapeva e taceva, l’uomo dal tetro amore, il silenzioso che più tardi parlò:
Betta; io non ho che un luogo dove andare. Prendimi. Non sta a me. Neanche tu mi vuoi bene. E Betta, che a forza di raggomitolarsi era salita tutta sul cuscino, sedette drizzandosi colla testa sulla testa dell'altra, e la guardava nei grandi occhi melanconici; Tina era veramente ammalata, aveva le labbra scure, riarse, e una lucentezza vitrea nell'ombra delle occhiaie.
Parola Del Giorno
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