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Aggiornato: 7 giugno 2025
Ma non lasciamo sbizzarrir troppo la penna. Tra i più intrepidi combattenti di Malghera e del Ponte c'era Gasparo Rialdi. Primo al pericolo, ultimo a chiedere o ad accettare il riposo, a vicenda capitano e soldato, egli comandava ed eseguiva, ora intento a puntare i cannoni, ora a rinforzare i terrapieni, ora ad assistere i feriti. I suoi compagni d'armi lo dicevano invulnerabile.
In famiglia Bollati l'arrivo di Gasparo Rialdi a Venezia recò una molestia infinita. Gasparo non era più un ragazzo da prendersi a scappellotti; era un uomo, era un ufficiale tenuto in gran conto dai suoi superiori, e non si poteva sbrigarsene con delle ciancie vuote. Sua Eccellenza Zaccaria se n'era persuaso subito dopo un primo colloquio, in cui, ricevuta l'imbeccata da sior Bortolo e dai Geisenburg, egli aveva tentato di menare il can per l'aia. Bisognava vedere, bisognava studiare (proprio le parole precise di sior Bortolo), bisognava cercare con tranquillit
Il marchese era stato in gioventù uno spadaccino di prima forza, e conosceva ancora alla perfezione le finezze dell'arte, ma il Rialdi era più svelto, più risoluto, più audace e con un colpo bene assestato ferì l'avversario alla spalla destra e gli fece cader l'arma di mano.
Il signor Oreste, il cuoco, stava pel sì, e sosteneva che la era tutta una cabala ordita dalla contessa Zanze Rialdi, la quale voleva costringere il lustrissimo Leonardo a sposare la sua figliuola, e intanto gliela gettava in braccio per metterlo fra l'uscio e il muro.
Gran bandiere, gran musiche, gran sciupìo di versi, gran mostra di crociati che parevan coristi, di lions che manifestavano i loro sentimenti vestendosi da tenori, gran sfoggio di pennacchi nei cappelli, di colori sugli abiti. A Gasparo Rialdi questo carnovale dispiacque; tuttavia egli tenne per sè le proprie impressioni e non pensò che a mettersi agli ordini del Governo.
Prender la difesa dei Bandiera? Nella sua posizione? Mentre si tenevano tali discorsi sul conto dei Bollati e dei Rialdi, il nobiluomo Zaccaria, tornando a casa con la nuora, giudicava severamente le cariatidi del Caffè Suttil. Quella è gente buona da mettere in museo egli diceva gente che non capisce i tempi, come la povera Chiaretta.... E poi tutti rovinati, sai, tutti, senza eccezione....
Mi date proprio la vostra parola d'onore che partite per Venezia? Solamente per Venezia? Gasparo Rialdi comprese il significato della domanda e proseguì con voce ferma: Sì, le do la mia parola d'onore. Ebbene, ebbene, brontolò il comandante ordinando allo scrivano di redigere il permesso. E proseguì a voce più bassa: Vedete, Rialdi, sono momenti difficili.
E quest'idea di non esser bella, di non piacere a Leonardo, di non poter salvarlo dalla rovina del corpo e dell'anima l'accorava fuor di misura e le impediva di gustare quel po' di bene che c'era in famiglia. Perchè in casa Rialdi pareva essersi aperto uno spiraglio alla fortuna.
Le maggiori speranze dei Rialdi erano oramai concentrate in Gasparo, a cui sembrava riservato davvero uno splendido avvenire.
Non sono ricco, sto per prendere la via dell'esilio disse Gasparo con voce commossa non posso compensarla come vorrei, ma una memoria.... E si toglieva un anello dal dito, ma il dottore l'interruppe vivamente: No, Rialdi, io non accetto nulla... assolutamente nulla... Ogni più piccolo oggetto può esser necessario ad un esule.... Ma...
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