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Aggiornato: 20 giugno 2025


Da S. Marino scende al mare, s'imbarca, approda tra le valli di Comacchio, s'interna nella pineta di Ravenna; perchè raccontare tutto questo? Troppo e troppo sconciamente lo dissero poi tutti coloro che lo giovarono di aiuto. La vanit

Quand'anche Ravenna non avesse altra attrattiva che la tomba di Dante, e altra gloria che quella di aver offerto l'ultimo asilo al Poeta, ciò basterebbe a preservare eternamente il suo nome dall'oblio.

Basterebbe che questa infame novella della pineta di Ravenna venisse creduta vera a' nostri e lodata in Italia, perché fosse data vinta la causa a quegli stranieri che ci mandano titolo di vendicativi, di feroci, di superstiziosi e di poco religiosi nel cuore. Ma come è vero che noi non siamo cosí tristi, nessuno in Italia vorrebbe oggi avere scritto egli quel vituperio della pineta.

Seppi poi che la duchessa era corsa a Ravenna in sul primo, e da que' chirurghi non fu lasciata entrare, che ritornata quando il Lautrec cominciava a star meglio, anche lui non aveva voluto riceverla, e ci furono grandissimi guai.

Quando, fosse per cenno d'un giullare, o d'un diacono di Ravenna mandatovi apposta, o per tradimento d'alcuni infami longobardi, o meglio per perspicacia ed arte militare, che certo non mancò in Carlomagno; ad ogni modo ei metteva una schiera per le gole laterali e non guardate di Giaveno, intorno al Pircheriano, e cosí prendeva a spalle i longobardi, che se ne spaventarono, e fuggirono sbaragliati.

Si scorgono nella strada principale che, da Porta Serrata a Porta Nuova, traversa Ravenna da un capo all'altro. L

Quali personaggi sono rinchiusi negli altri sarcofaghi? Non lo si può determinare in modo esatto. I due più grandi contengono, probabilmente, i resti del generale Costanzo e di sua figlia, la sventurata principessa Onoria che, fidanzatasi al terribile Attila, dopo una vita di passioni avventurose, venne a trascinare stentatamente gli ultimi anni della sua esistenza in un chiostro di Ravenna.

La solitudine in mezzo alla quale si drizza la tomba di Dante, produce un'impressione profonda, e bisogna felicitarsi che gli abitanti di Ravenna abbiano rifiutato ai Fiorentini pentiti la restituzione del loro tesoro nazionale.

«Non solamente è vero» rispondeva la spia in sottana, «ma vi so dire che in Ravenna giorno e notte si stanno fabbricando cartuccie¹, e che vi esistono fucili sufficienti per armare Volontari e popolazione.» ¹ Storico.

Del resto, poco o nulla produsse l'Italia nei secoli nono e decimo; e non è se non appunto tra tal mancanza, che restano degni di essere accennati Agnello, Anastasio bibliotecario ed Erchemperto, compilatori delle vite degli arcivescovi di Ravenna, de' papi, e de' principi beneventani; Liutprando, storico di que' brutti tempi de' marchesi italiani in cui operò; e i due anonimi salernitano e beneventano, continuatori di Erchemperto.

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