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Aggiornato: 5 giugno 2025


Poi nulla più di nuovo avvenne. Ma Silvia, diventata il riassunto delle consuetudini provinciali, Silvia, l'esempio dell'obbedienza e del dovere, la pallida figura in cui si adombrava quella vita anemica, cretina, inerte, materiale, Silvia non aveva potuto rassegnarsi ad una delle più grandi leggi del paese, il sonno del pomeriggio.

Le due giovani, sebbene d'indole tranquilla, pure, pel grande affetto verso il loro fratello, non potevano rassegnarsi a quell'improvviso abbandono del quale non conoscevano la precisa cagione. Esse erano buone semplici, timide, religiose per principio, senza affettazione, quindi non sospettavano il male.... Che è mai avvenuto, esclamava angosciata Maddalena, la più anziana? Perchè ci lasci così?

Quando piove, bisogna rassegnarsi a fare il chiasso in una stanza: non c'è tanto posto quanto in un giardino, ma quando ci troviamo in buona compagnia, non è poi un gran male a stare un po' più vicini gli uni agli altri, non vi pare? Eppure le amiche della Livia davano a credere di amare più il giardino che non la padroncina, la quale aveva un bell'allungare il collo fuori della finestra.

E la ragazza aveva pure ben altra inclinazione che di andare alla festa; ma l'idea delicata che, rifiutando, essa avrebbe forse privato il maestro, il suo grande amico Brinda, di una sodisfazione, a cui forse il buon vecchio teneva, si lasciò sfuggire un , disposta a rassegnarsi. Però riprese anderemo tardi... certa che avrebbe potuto allora persuader il vecchio a uscir solo. Quando vorrai.

Tornarono a casa; e Damiano sentivasi tutt'altro da quel di prima. Cominciò a figurarsi meno trista la propria sorte, tornarongli in mente i nomi di tanti che, prima del suo, erano usciti dall'urna de' coscritti; e trovò in stesso la forza di rassegnarsi al destino.

L'idea dunque di un mondo fatato di tesori immersi nel fiume assicurò per un istante un interesse fantastico al progetto di Garibaldi. Ma quale più grande e mirabile tesoro per Roma, del Tevere stesso? Come rassegnarsi a perderlo per l'incerto rinvenimento di questi tesori?

Ma da quella donna che penava poco a rassegnarsi, perdonò al fratello lo strazio fatto; e badò che il desinare riuscisse a modo. Di tanti affanni patiti durante il banchetto, si ricattò alfine, quando fu tempo di porre al fuoco la caffettiera; chè messo il naso sopra quell'arnese, l'animo suo si rifaceva sereno.

In complesso la torpida contessa Zanze aveva l'aria di voler rassegnarsi presto, e S. E. Zaccaria era in molto maggiori angustie di lei. Nessuno però soffriva quanto Fortunata, che passava le notti senza chiuder occhio, piangendo a calde lagrime e pregando i Santi e la Madonna per la salvezza di suo cugino.

Parola Del Giorno

dell’esule

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