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Quando il treno rallenta, avvicinandosi a una stazione, Mauro s'affaccia allo sportello, e poi dice ai compagni: Dio ce la mandi buona! Che c'è? Il treno va piano, perchè si sta per passare un ponte che minaccia rovina. Ierlaltro, vede in galleria un amico d'infanzia, gli corre incontro e lo abbraccia, dicendogli: Vivo! tu sei vivo! Eh.... pare di .

Pierina non si sgomenta per il tempo, il solo pensiero che la preoccupa è che quelli del treno vedano oppure odano i segnali. Il dubbio che le fa battere il cuore, è che con quel tempo non stiano in vedetta, tanto più essendo il treno diretto che non rallenta quasi mai. Sente il fischio in distanza della vaporiera, il suo cuore batte più forte, l'idea che quel lungo treno possa sfracellarsi nel precipizio le mette i brividi, è gi

Singulto tuonante che respinge le nubi con urti bruschi, in uno sforzo continuo di soffiare, per respirar meglio, tra i grossi materassi del caldo che crollano giù in valanga!... Il treno rallenta cauto, sprizzando dai finestrini 10000 teste che urlano....

Donato si rizza in piedi, finge di ravviarsi i capelli innanzi allo specchio, abbozza un sorriso a due o tre camerati, esce a passo fermo colla desolazione nel cuore ed il signor Asdrubale dietro. Uno degli orologi più frettolosi di Milano batte la mezz'ora, un altro gli risponde e dieci altri. Donato cammina un breve tratto a gran passi, poi rallenta l'andatura.

Riordinamento delle linee telefoniche rotte. I guardafili corrono sulla strada. Uno porta l'apparecchio telefonico, l'altro rotoli di filo. Incontro dei porta-ordini in biciclette veloci che ondeggiano su e giù nei vasti buchi scavati dalle granate. Il fuoco austriaco rallenta sempre più. Giungono le ultime granate colleriche disperate.

Una donna, fatta segno all’amore di taluno, è sempre alle difese; combatte, perchè il pericolo è presente, armato di tutte le sue lusinghe, di tutti i suoi incantesimi. Ma lasciatela sola, lungamente sola. Il sapere che nimici non incalzano al vallo, rallenta la vigilanza del presidio. Si spalancano le porte, giova uscire all’aperto, vedere i deserti accampamenti.

Io so ballare come questi e far bei giochi di destrezza nel cielo, o coprire col mio canto il fragore echeggiante dei tuoi uragani che si propagano pei profondi sotterranei! Inoltre, io discendo per ascoltare i poliedri della tua voce. Rallenta le scariche elettriche dei tuoi bronchi che spostano, laggiù, le rocce sottostanti!

Vidine molti ancora, con bei freni di seta e d'oro, stringer lioncorni: chi li rallenta il morso, chi 'l sostiene con lievi sbalzi e volgimenti adorni. Franguelli, piche, merli e filomene con pappagalli, rondinelle e storni volan di ramo in ramo, a schiera a schiera, cantando la sua eterna primavera.

«Chi rallenta, chi si fa rimorchiare è moderato chi si ferma e pretende arrestare, è reazionario. Convenzioni! Moda! Quest'ultima parola mi chiarisce l'idea. «La moda è prepotente; o tosto o tardi, tutti dobbiamo uniformarci al figurino dell'epoca. Gli ultimi che adottarono la coda, appendice delle teste rivoluzionarie di un'epoca liberalissima, furono gli ultimi a tagliarsela.

Bisogna vedere, non sai che deve passare il treno delle cinque? È il diretto, non rallenta. Ma se fosse accaduta qualche disgrazia? Alle due è passato il treno, e tutto era in ordine, disse la madre. Ma questo rumore? vado per stare tranquilla, non ho paura, sai, ci sono avvezza. Si coperse bene con un mantello impermeabile, e uscì.