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Il Cardinale Raffaello Riario sperò che riscattata Imola dalle mani del Borgia la si renderebbe ad Ottaviano, e s'ingannò; il Papa rispose reciso non volere arricchire la famiglia a danno della Chiesa; e proprio pochi momenti prima ch'ei desse i tratti madonna Felicia sua figliuola maritata a Giangiordano Orsino con accese parole instando presso il morente per un cappello a benefizio di Guido da Montefalco suo fratello uterino, glielo negò dicendo esserne indegno.

So tutto, so tutto! esclamava il proprietario di calli e di latifondi, stringendo all'inglese la mano di Raffaello. Natalina mi ha svelato ogni cosa.

La natura aveva forse voluto fare un complimento a Raffaello Sanzio, che in questa parte ebbe talvolta a correggerla. E mai collo di donna fece pensare più di questo ai flessuosi candori e alle armoniche movenze del cigno. Il seno poi, era fior di latte rappreso, e i teneri contorni dell'òmero avevano la soave fermezza e i miti splendori del marmo di Carrara.

Continuarono il cammino, e chiunque avesse potuto contemplarli avrebbe creduto vedere la pittura di Raffaello nelle logge Vaticane, rappresentante la liberazione di San Pietro dal carcere per opera dell'Angiolo. I banditi dormivano atteggiati come i soldati; bella, e divinamente benefica incedeva Beatrice uguale all'Angiolo. La testa del Conte talvolta, lo abbiamo gi

Raffaello, sdraiato sopra un mobile ermafrodita, tra l'ottomana e il sof

So disegnare un pochino; si provò a dire il giovane. Ah bene! questo è il fatto nostro; gridò il padre Anacleto. Oh, non dubiti, non le domanderemo i cartoni di Raffaello. I soli principii del disegno basterebbero.

Quei grandi nomi l'accompagnano e lo proteggono, dovunque ei vada, come indivisibili amici; lo fan parere meno straniero fra gli stranieri; gli spargono intorno al viso un riflesso luminoso della loro gloria. Quanti sorrisi, quante strette di mano, quante parole cortesi di gente ignota dobbiamo a Raffaello, a Michelangiolo, all'Ariosto, al Rossini!

Davanti a queste tribune la balaustra marmorea, e sotto, gentiluomini che portavano i più bei nomi di Roma. A sinistra il trono papale con un arazzo disegnato da Raffaello sul fondo e drappeggiamenti di velluto e oro; a destra la tribuna su cui stavano i cantori della Cappella Papale in rocchetto bianco.

L'avvocato Ludovico Bianchini si agitò sulla sedia, coi segni dello stupore più manifesto. Con tutti quei sogni, proseguì Raffaello, ero per cavarci i numeri del lotto. Ma, dopo tutto, le passai un braccio intorno alla vita e la feci sedere accanto a me. Furfante! gridò Aristide, con una smorfia di vecchio satiro. Ella riaperse le sue labbra divine, e sospirò: Sogno, o son desta?

Riuscii a fare il busto di Raffaello ed altri lavori lodati dal «capo officina» e dallo stesso direttore. Il capo officina, prima che me ne andassi, volle baciarmi. Tenendomi tra le sue braccia continuava a dirmi di non dimenticarlo e di dire a mia madre che nella casa dei corrigendi avevo trovato «una brava persona, onesta e degna del mio affetto