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Aggiornato: 9 giugno 2025
E i frati gli erano tutti intorno, un po' per vedere i suoi tratti di matita, un po' per contemplare quel grazioso profilo di monachino, che somigliava tanto a quello d'una bella ragazza. Bene, bravo, stupendo! erano le parole con cui essi incoraggiavano il pittore. Metto pegno che Raffaello d'Urbino non ebbe tante lodi dai personaggi che andavano nel suo studio, a vederlo lavorare.
Raffaello non sapeva che diavolo rispondere e rideva anche lui d'un riso da scimunito. Calmata la rumorosa ilarit
Dipoi, si rinfrancò e cominciò le sue pitture religiose sulla esortazione dei suoi fratelli dell'ordine. Ciò avveniva al tempo, in cui Raffaello tornava per la seconda volta a Firenze.
«In Ancona, Giannini N. dedicato al commercio. «Elia Antonio padrone di bastimenti. «Casale Raffaello di Foligno. «Vincenzini Pietro ex-maggiore della G. N. di Rieti.» Così l'autografo religiosamente conservato dal Serafini insieme a molti altri del Generale, e l'esule che non aveva terra che lo sostenesse, pensava non a sè ma al bene futuro della sua patria.
Per quanto si sia profani all'arte, e s'abbia fatto il proponimento di non peccar più di soverchio entusiasmo, quando s'è dinanzi a Rembrandt van Rhijn, non si può a meno d'alzare un po', come dicon gli Spagnuoli, la chiavica dello stile. Il Rembrandt esercita un prestigio particolare. Frate Angelico è un santo, Michelangelo è un gigante, Raffaello è un angelo, il Tiziano è un principe: il Rembrandt è uno spettro. Come chiamar diversamente questo figlio d'un mugnaio, nato in un mulino a vento, che salta su inaspettato, senza maestri, senza esempi, senza alcuna derivazione di scuola; diventa un pittore universale, abbraccia tutti gli aspetti della vita, dipinge figure, paesaggi, marine, animali, i santi del paradiso, i patriarchi, gli eroi, i monaci, la ricchezza e la miseria, la deformit
Un mese dopo, il sindaco di M.... univa in matrimonio Aristide Moreni e Natalina Galimberti, alla presenza di Raffaello Marchetti, pittore, e Lodovico Bianchini, avvocato, nati e domiciliati in quella citt
Ma sono anche disposto ad ammettere che Raffaello ne avrebbe avuto altrettante, se, scambio di esser lui, fosse stato, ad esempio.... la Fornarina.
Che scena commovente! Un vero idillio. Raffaello, ti regalerò una zampogna. Aspettate. Non siamo che al principio.... Della fine? Precisamente. L'indomani ero qui, nello studio, sdraiato come adesso, affumicando il tempo, a furia di sigari, per affrettare l'ora della passeggiata. Tutto in un momento odo un fruscìo di seta, su per le scale, e due colpetti all'uscio.... Era lei? Era lei.
Paolo Veronese l'ha trattato due volte, in un quadro che si trova nel museo di Torino e in un affresco del palazzo Bragadino ad Asolo: Raffaello in un affresco nelle Logge vaticane: Claudio Lorrain in un quadro che si ammira nella galleria di Londra e che vien giudicato il capolavoro del gran pittore francese.
Si direbbe che le Muse, da Raffaello così bene rappresentate in una delle stanze del Vaticano in compagnia dei più grandi poeti, abbiano sempre a malincuore scelto Roma a loro dimora e solo di passaggio. Si capisce, del resto, che una citt
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