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Aggiornato: 11 maggio 2025
Nacquero i figli dal suo bronzeo grembo di vincitrice, audaci come belve, liberi per radure e campi e selve, esperti in guadar fiumi al sole e al nembo. Crebbero come il grano su l’arista, in un fulgor di forza aspra e possente; e ognun lasciò la Madre, avidamente sognando il mondo per la sua conquista. Ella rimase presso il focolare sacro, traendo a l’alta rocca il fuso.
S’abbraccian sorridendo in mezzo al verde I due giovani amanti, Mentre un trillo di rondine si perde Sotto l’arco dei cieli azzurreggianti; E dappertutto, nei cespugli ombrosi, Nei calici dei fiori, entro la bionda Messe e nei nidi ascosi, Freme il bacio che avviva e che feconda. Sogni tu forse le gialle radure, Sogni tu forse le calde pianure Arse dal sol?
Treni in corsa per monti e per radure la rapiron tuonando e sibilando nei giorni d’oro, nelle calde e torbide notti senza stelle: da treni in corsa vide essa le pure albe fiorire in cieli ignoti: e quando s’addormentò sognando sui cuscini, dal sogno all’improvviso la scosse un urto, il secco urlar d’un nome di paese straniero: e niuno era ad attenderla con riso di gioja, ed ella non cercò nessuno; ma, calma, discendendo, il velo nero ricompose sul volto e sulle chiome.
Quella mattina Loreta si avviò a lenti passi verso quel posto favorito. Tratto tratto, salendo la collina, ella fermavasi a guardar giù tra le radure degli ippocastani la bella campagna autunnale che ora, dopo il violento temporale de' giorni precedenti, pareva rinnovellata nella freschezza e nella luminosit
Da le fabbriche scure ove sbuffando Vanno, mostri d’acciaio, le motrici, E l’acre aër filtrando Pei pori, il roseo sangue intisichito Rode a le tessitrici; Da l’umide risaie attossicate, Dai campi e da sterili radure, Da le case murate Ove in nome di Dio s’immolan tante Inerti creature,
E corsero a rivedere gli alberi amici, che sopra uno sfondo opalino mescevano e confondevano in magici archi il loro fogliame, su cui il tramonto gettava un riflesso di luci dorate. E sotto gli archi si stendeva il terreno molle come una corsia di velluto cinereo; parevan più dure e determinate le linee dei fusti, più vaghe e ampie le radure.
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