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Aggiornato: 7 giugno 2025
Tosto che loco lì la circunscrive, la virtù formativa raggia intorno così e quanto ne le membra vive. E come l’aere, quand’ è ben pïorno, per l’altrui raggio che ’n sé si reflette, di diversi color diventa addorno; così l’aere vicin quivi si mette e in quella forma ch’è in lui suggella virtüalmente l’alma che ristette;
O glorïose stelle, o lume pregno di gran virtù, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s’ascondeva vosco quelli ch’è padre d’ogne mortal vita, quand’ io senti’ di prima l’aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d’entrar ne l’alta rota che vi gira, la vostra regïon mi fu sortita.
Ma perché Malebolge inver’ la porta del bassissimo pozzo tutta pende, lo sito di ciascuna valle porta che l’una costa surge e l’altra scende; noi pur venimmo al fine in su la punta onde l’ultima pietra si scoscende. La lena m’era del polmon sì munta quand’ io fui sù, ch’i’ non potea più oltre, anzi m’assisi ne la prima giunta.
Un diavolo è qua dietro che n’accisma sì crudelmente, al taglio de la spada rimettendo ciascun di questa risma, quand’ avem volta la dolente strada; però che le ferite son richiuse prima ch’altri dinanzi li rivada. Ma tu chi se’ che ’n su lo scoglio muse, forse per indugiar d’ire a la pena ch’è giudicata in su le tue accuse?».
Amedeo vedendo fuggire que' vili »del vôto destrier salta sul dorso» spingesi fra loro nel mare, e fa scempio de' nemici. E questo ancora spiace al nostro Censore. »Et quand il le fait entrer a cheval dans la mer et poursuivre les barques, ne le represante il pas sans jugement?»
Ognuna in giù tenea volta la faccia; da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo tra lor testimonianza si procaccia. Quand’ io m’ebbi dintorno alquanto visto, volsimi a’ piedi, e vidi due sì stretti, che ’l pel del capo avieno insieme misto. «Ditemi, voi che sì strignete i petti», diss’ io, «chi siete?». E quei piegaro i colli; e poi ch’ebber li visi a me eretti,
O glorïose stelle, o lume pregno di gran virtù, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s’ascondeva vosco quelli ch’è padre d’ogne mortal vita, quand’ io senti’ di prima l’aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d’entrar ne l’alta rota che vi gira, la vostra regïon mi fu sortita.
La provedenza, che quivi comparte vice e officio, nel beato coro silenzio posto avea da ogne parte, quand’ ïo udi’: «Se io mi trascoloro, non ti maravigliar, ché, dicend’ io, vedrai trascolorar tutti costoro. Quelli ch’usurpa in terra il luogo mio, il luogo mio, il luogo mio, che vaca ne la presenza del Figliuol di Dio,
e da costei ond’ io principio piglio pigliavano il vocabol de la stella che ’l sol vagheggia or da coppa or da ciglio. Io non m’accorsi del salire in ella; ma d’esservi entro mi fé assai fede la donna mia ch’i’ vidi far più bella. E come in fiamma favilla si vede, e come in voce voce si discerne, quand’ una è ferma e altra va e riede,
Quand pétille, Quand bouillonne.....» «Dunque?» guardandolo ferocemente gridò Carlo.
Parola Del Giorno
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